Corriere della Sera, 17 dicembre 2018
E dalla giungla della Cina emerge il cervo-topo
Quando hanno visto mamma e piccolo passeggiare per la foresta pluviale nei dintorni di Xishuangbanna, nella provincia sudoccidentale dello Yunnan, in Cina, gli scienziati non credevano ai loro occhi. Avevano ipotizzato, o meglio sperato nella loro presenza. Ma vederli, beh, quella era un’altra cosa: i due minuscoli tragulidi cercavano erbette e altri vegetali da mangiare. E, al primo rumore, si sono allontanati rapidi. Meglio conosciuti come cervi-topi, questi mammiferi sono gli ungulati più piccoli del Creato. Specie a rischio di estinzione, spiega il Quotidiano del Popolo, si sapeva della sua presenza nelle giungle dell’Asia Sud-Orientale, ma non si pensava potessero essere rimasti degli esemplari anche nelle (poche) foreste vergini cinesi. Il termine scientifico che li descrive, Tragulus, è di origine greca e significa «piccola capra». Ma per via della loro morfologia, e delle zampe filiformi che li contraddistinguono, vengono chiamati cervi-topi. La curiosità: rimasti praticamente identici dall’Oligocene (34 milioni di anni fa), amano l’acqua tanto che sono capaci di rimanere immersi per ore, soprattutto per sfuggire ai predatori. Da questa loro abitudine, alcuni scienziati hanno ipotizzato che i cetacei siano l’evoluzione di mammiferi simili: dalla terra hanno trasferito il loro regno nel mare.