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 2018  dicembre 17 Lunedì calendario

La nuova vita di Pininfarina: «Un’auto elettrica sportiva da 350 km/ora»

La prima vettura Pininfarina sarà una hypercar elettrica che porta il nome del fondatore: Battista (per tutti Pinin). Un connubio tra passato e futuro che ci racconta così il presidente della società di design ed engineering, Paolo Pininfarina: «È la realizzazione di un sogno, aziendale e personale, ma anche di mio nonno Pinin che era attratto da velocità e prestazioni al limite, come dimostrano la Lancia Aprilia Aerodinamica del 1937 e le Abarth da record dei primi Anni 60. Giusto e doveroso dare il primo nome del fondatore a questa vettura straordinaria».
Un ricordo di suo nonno?
«Mi resta impresso quel giorno del 1965 in cui venne a trovarci ad Alassio. Già malato, volle che tutta la famiglia lo accompagnasse a Villanova d’Albenga dove lo attendeva un piccolo aereo a elica da cui decollò verso la Svizzera. Quel librarsi in cielo di fronte a tutti era una metafora, un messaggio: significava avercela fatta, lui che era partito dal nulla aveva spiccato il volo».
Cosa è rimasto del Dna storico impresso all’azienda da Pinin e poi da Sergio?
«La proposta continua di soluzioni innovative e la qualità del manufatto di lusso e di gran lusso, valori fondanti sin dagli Anni 30. Poi l’approccio metodologico e ingegneristico sviluppato per decenni sotto la guida di mio padre».
Com’è la seconda vita sotto l’ombrello di Mahindra? C’è intesa con gli indiani?
«Con l’ingresso di Tech Mahindra nel capitale sociale a fine 2015 è iniziata una nuova epoca. Siamo stati bravi ad attrarre un grande investitore internazionale che ci ha consentito di risolvere la situazione finanziaria e patrimoniale e quindi di rilanciare la società. Da allora abbiamo nuovamente concluso accordi di collaborazione di maggiore durata, registrando un sensibile incremento del valore della produzione: 87 milioni nel 2017, in salita di 31 posizioni rispetto al 2016 nella classifica Pwc delle 500 maggiori imprese di Torino e provincia. Notevole anche la crescita della pipeline e del portafoglio ordini».
Mahindra ha rispettato ed esaltato la vostra tradizione.
«Al di là dei numeri, la partnership funziona molto bene perché la Pininfarina ha mantenuto identità, eccellenza, top management e quartier generale in Italia ed è rimasta una società quotata indipendente. Io, come presidente, mi sento il tutore della storia e della tradizione, profondamente coinvolto nella definizione della futura visione».
Come si sono differenziati i vari rami aziendali?
«La riorganizzazione non prevede più distinzione chiara tra auto e non auto, bensì tra design/marchio e ingegneria. 
Le attività di design e di produzione di esemplari unici e piccole serie sono svolte a Cambiano. La galleria del vento è sempre attiva nella sede originaria di Grugliasco. All’estero il design viene promosso e sviluppato in sedi distaccate in Cina a Shanghai e negli Stati Uniti a Miami, prossimamente a Los Angeles. Ma il controllo del lavoro da parte della casa madre è molto stretto. Le sedi estere sono in sensibile crescita come organici e fatturato. Per quanto riguarda l’engineering, viene sviluppato nella nuova sede di Torino Lingotto oltre che a Monaco di Baviera con un coordinamento ottimale tra le attività in Italia e Germania. Complessivamente il gruppo Pininfarina ha oggi oltre 630 dipendenti di cui 370 in Italia».
Perché è nato un altro marchio, Automobili Pininfarina con sede a Monaco di Baviera?
«Non solo un altro marchio ma una specifica ragione sociale in Germania che rappresenta un nuovo cliente per Pininfarina SpA. In questo modo è chiaro che la Pininfarina non cambia la sua missione industriale ma rimane un fornitore di servizi e non diventa un costruttore automobilistico. Per quanto riguarda la Battista, la Pininfarina è responsabile di design, ingegneria e costruzione mentre Automobili Pininfarina è coinvolta nella definizione del prodotto, nella comunicazione e nella commercializzazione».
Come si interpreta oggi il futuro dell’automotive?
«La rivoluzione “Case”, Connected, Autonomous, Shared and Electric, in atto è una straordinaria opportunità per noi che da sempre viviamo di innovazione. Le vetture saranno sicuramente sempre più connesse, nutro qualche dubbio sul raggiungimento della guida autonoma su vasta scala almeno nel medio termine. L’automobile sarà un bene condiviso soprattutto nei contesti urbani mentre rimarrà oggetto di proprietà nei segmenti premium e super premium. Infine l’elettrificazione dell’auto è un processo irreversibile che si svilupperà con grande forza nei prossimi 20 anni, noi siamo all’avanguardia in questo settore».
Tornerete a produrre, sebbene in tiratura limitata. L’inizio di un nuovo percorso?
«Battista sarà venduta in un numero massimo di 150 esemplari di cui non più di 50 negli Stati Uniti, 50 in Europa e 50 tra Asia e Medio Oriente. Sarà una hypercar full electric con prestazioni e caratteristiche tecniche da record: accelerazione 0-100 km/h inferiore a 2 secondi, emissioni zero con autonomia superiore a 500 km, velocità massima limitata a 350 km l’ora, 1.900 Cv di potenza e una coppia di 2.300 Nm. Sarà il primo modello di una serie e servirà a posizionare in alto il brand di Automobili Pininfarina la cui gamma sarà poi sviluppata seguendo un percorso “trickle down” come spesso avviene nel settore del gran lusso».