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 2018  dicembre 17 Lunedì calendario

Sinatra mafioso? Ecco la vera storia

Quando Frank Sinatra è morto, il 14 maggio 1998, all’età di 82 anni, non ha avuto bisogno di entrare nella leggenda. Pochi artisti sono stati tanto amati, ammirati, invidiati. Nessuno è stato coinvolto in inquietanti rapporti, anche operativi, con i più importanti capi della mafia italo-americana, come è successo a lui. Ha interpretato canzoni struggenti, avuto le donne più belle, girato film di successo, ha avuto come amici alcuni degli uomini più potenti della terra, capi di Stato, capitani d’industria, ma anche “padrini” e killer mafiosi. Sembrava che di lui fosse già stato scritto tutto. Invece Renzo Magosso con il saggio interessantissimo Frank Sinatra. Una vita da boss (BookTime, pag. 196, euro 18) ha scoperto che The Voice, della sua vera storia personale, è stato raccontato ben poco. A cominciare da quando è venuto al mondo, con un timpano fuori uso, proprio lui, ritenuto l’“orecchio” musicale più sensibile del Novecento, da una mamma boss a Little Italy e da un papà pugile. Per 24 anni capitano volontario nei Vigili del Fuoco di Hoboken, suo papà Marty – insieme alla moglie Dolly – durante gli anni del proibizionismo gestì un locale clandestino dove venivano a servirsi i tutori dell’ordine segretamente contrari alla disposizione. Secondo alcuni, a rifornire gli scaffali del bar clandestino erano alcuni paisà legati a cosche emigrate a inizio del Novecento dall’altra parte dell’oceano. Accuse di supposte contiguità, quelle agli ambienti mafiosi, che perseguiteranno Frank Sinatra per la quasi totalità della sua vita... tesi di laurea Negli archivi del Municipio della sua città natale, Hoboken, l’autore si è imbattuto in decine di documenti: perfino di studenti che hanno realizzato la tesi di laurea sulla sua infanzia, i suoi inizi come cantante, quando, cioè per ottenere una scrittura si faceva spalleggiare da un gangster. Poi, è riuscito a leggere le carte – rimaste segrete per oltre mezzo secolo – della Commissione Kefauver che ha indagato sui crimini della mafia italo-americana. Frank Sinatra decise di diventare un cantante sull’onda dell’ammirazione per Bing Crosby, che ascoltava spesso alla radio. Iniziò a cantare, come da lui stesso raccontato durante svariati concerti, in piccoli locali del New Jersey, come saloon singer, tra il 1931 e il 1932, facendosi notare dal trombettista Harry James. Nel 1935 costituì il suo primo gruppo, gli Hoboken Four, con il quale vinse nello stesso anno il concorso per giovani talenti emergenti organizzato dal Radio Major Bowes’Amateur Hour. Si esibiva in una ventina di spettacoli alla settimana, ma gli introiti totali ammontavano a soli 70 cent per 7 giorni. Nel 1938 Sinatra arrivò al Rustic Cabin, un saloon che trasmetteva spettacoli dal vivo nella Dance Parade di New York, e fu assunto come intrattenitore ufficiale del locale. Nel novembre di quell’anno, venne arrestato e trattenuto per diversi giorni con l’accusa di molestie nei confronti di una ragazza che sarebbe divenuta in seguito la sua prima moglie, Nancy Barbato. Dopo un’esperienza nell’esercito statunitense come intrattenitore delle truppe, tra il 1941 e il 1942, durante la seconda guerra mondiale, Sinatra ritornò a cantare. Sono da ricordare, in questo periodo, alcune sue famose incisioni con l’etichetta V-Disc a favore delle truppe americane in guerra. Proprio nel 1942 lasciò la band di Tommy Dorsey e siglò un contratto con la Columbia Records; conobbe un enorme successo e, a cavallo tra il 1943 e il 1944, entrando per ben 23 volte nella top ten delle classifiche americane. Sinatra bussò così alla porta del cinema, usando ogni possibile mezzo per ottenere il ruolo del soldato Angelo Maggio nel film di Fred Zinnemann, uno dei più celebri registi dell’epoca, Da qui all’eternità del 1953, accanto a Deborah Kerr, Burt Lancaster e Montgomery Clift, accontentandosi di un compenso di soli mille dollari alla settimana. La stampa insinuò in seguito che il contributo definitivo alla sua scrittura nel film provenisse da John Roselli, famoso mafioso italo-americano, ma in realtà Sinatra riuscì a convincere il produttore solo grazie alla sua perseveranza. Per Sinatra la pellicola segnò il grande ritorno alla celebrità e la vittoria nel 1954 dell’Oscar come miglior attore non protagonista. Il successo cinematografico gli fece ottenere un nuovo contratto con l’agenzia William Morris, e rilanciò definitivamente la sua carriera di cantante. È proprio intorno alla metà degli anni cinquanta, parallelamente alla sua carriera cinematografica, che Sinatra registra alcuni dei brani considerati punte di diamante della sua carriera di cantante, come My Funny Valentine, I Get a Kick Out of You e They Can’t Take That Away from Me, capolavori dei compositori Lorenz Hart, Richard Rogers e i fratelli George e Ira Gershwin. Frank Sinatra era ormai divenuto leggenda. premiato da reagan Il 25 maggio 1985, appuntandogli sul petto la più alta onorificenza americana, la Presidential Medal of Freedom, il presidente Ronald Reagan. Spiega, invece, la giornalista e scrittrice Kitty Kelley, autrice di una famosa biografia su Sinatra: «Il 21 settembre 1983 è ricorso in giudizio contro di me per evitare che il libro venisse pubblicato e io non avevo ancora scritto una sola parola. Mi ha fatto causa per 2 milioni di dollari per avere avuto l’intenzione di scrivere la sua biografia senza la sua autorizzazione. Per fortuna un gruppo di scrittori insorse per protestare contro questa azione sostenendo che la denuncia di Sinatra era da considerare lesiva della libertà d’espressione degli scrittori. Definirono la causa Sinatra «un gelido esempio di come una potente figura pubblica possa con denaro e influenze decidere quello che il pubblico deve sapere di lui». Per un anno Sinatra portò avanti la causa. Ma poi tutte le sue asserzioni risultarono infondate e lui si convinse a lasciar perdere».