La Stampa, 15 dicembre 2018
Brusca e l’orologio di Berlusconi
Capitò un giorno d’estate del 1995, nel Trapanese: quattro mafiosi riuniti e ad un tratto il discorso cade sulla «vita bella, il vestiario» e in particolare sugli orologi, racconta uno dei presenti, il pentito Giovanni Brusca, interrogato dal procuratore di Palermo Lo Voi il 16 ottobre. Fu l’attuale superlatitante Messina Denaro a dire che Giuseppe Graviano «ne ha visto uno al polso di Berlusconi, che valeva 500 milioni, e io chiesi, “ma perché, si vedono?”. “Sì”». Brusca ha ricordato l’episodio 22 anni dopo l’inizio della collaborazione («Mi sembrava una cosa secondaria»).