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 2018  dicembre 15 Sabato calendario

Il piano gialloverde: Fazio via dalla Rai, al suo posto Giletti

Il tormentone Fazio torna d’attualità. È bastato l’attacco televisivo alla nomenklatura che immediatamente si parla di lui come di un «caso». Dalle radici antiche. Correva l’anno 2017 l’epoca del tetto ai compensi e dei suoi 18 milioni. Tutto fu smontato e alla luce dei fatti la governance di allora dimostrò che una singola puntata di Fazio costava meno della metà di una puntata di fiction e in compenso portava a casa pubblicità capace di ripagare il pacchetto completo.
Ma l’aria è cambiata. Il ministro Salvini non manca di sottolineare quanto per lui Fazio rappresenti il nemico e i pentastellati, fino a ieri rimasti a guardare, ora segnano l’inversione di tendenza subordinata all’alleato. Ecco che il ministro Di Maio, in commissione di vigilanza, ha parlato di Fazio come di un «caso»: «Sì, certo che c’è un caso Fazio in Rai e spero che faccia parte il prima possibile delle azioni che si porteranno avanti all’interno dell’Azienda per quanto riguarda le retribuzioni e anche l’ingegneria delle società di produzione. Sicuramente è un tema che va affrontato. C’è un piano della precedente governance valido fino a marzo, ma speriamo che presto possa prevalere il buon senso». Ecco che l’abbassamento dei cachet, secondo Di Maio potrebbe consentire un taglio netto al canone televisivo, pensato negli anni a venire. Così risorge una Rai «meno ingessata, dai progetti innovativi, in grado di favorire la produzione italiana». E in questo risorgimento, Di Maio si spinge a elencare anche i nomi di chi vorrebbe vederci dentro: «Gabanelli, Floris, Giletti, Porro, Giannini». E Fazio colpito nel vivo subito risponde: «Gentile Sig. Ministro Di Maio, colgo al volo il suo auspicio al buon senso e Le do tutta la mia sincera disponibilità sin d’ora a parlare di televisione, di costi e naturalmente di ricavi, di opportunità, di compensi e guadagni e di ogni aspetto che riguarda la produzione dei programmi, delle produzioni esterne e del mio lavoro. E soprattutto a parlare di prodotto e di contenuto». 
Dove si vuole arrivare è chiaro e in Rai già se ne parla, Salvini guarda a un secondo editto bulgaro che defenestri Fabio Fazio per mettere al suo posto Massimo Giletti che a quel punto a Canossa tornerebbe con gioia portandosi dietro i vari Corona inviati speciali.
Nel frattempo si sta perfezionando il valzer delle poltrone alla vicedirezione dei tg con un’infornata connotata soprattutto Lega e FI. E invece di ridurre i ranghi apicali, questi aumentano: trenta i nominati contro i venticinque del 2016 quando regnava Campo Dall’Orto. Così il Tg1 passa da sei a sette vicedirettori, al Tg2 ne restano cinque mentre al Tg3 da quattro diventano cinque, sei alla Tgr perché arriva un condirettore e sette a Radiorai che prima ne aveva sei. Questo si è deciso in cda, con inserimenti dell’ultima ora, nel giorno in cui sono stati esaminati i piani editoriali dei nuovi direttori e i budget delle fiction per il prossimo anno.
Al Tg1 retto da Giuseppe Carboni, viene promosso a vicedirettore Angelo Polimeno Bottai, già vicecaporedattore del politico, gradito a FI e nominato in prima battuta dalla leader di Fdi, Giorgia Meloni con l’immediato assenso di Tajani. Ma è stata la Lega a mettersi di traverso fino a quando è intervenuta Sonia Sarno a fare da garante. Altra nominata è Grazia Graziadei, finora inviata del Tg1 gradita alla Lega. E ancora Simona Sala e Bruno Luverà, già al politico del Tg1, gradito al M5S. Confermati Filippo Gaudenzi, Costanza Crescimbeni (area Pd) e Maria Luisa Busi. Al Tg2 di Gennaro Sangiuliano, confermati Andrea Covatta e Carlo Pilieci e vengono nominati Francesca Nocerino, Francesco Primozich ed Enzo Calise. Al Tg3 di Giuseppina Paterniti vengono confermati Maurizio Ambrogi, Pierluca Terzulli, Giorgio Saba e vengono nominati Riccardo Chartroux, marito di Maria Luisa Busi, oltre a Maurizio Losa, gradito alla Lega, che era tra i candidati alla direzione di Raisport. Al Tgr di Alessandro Casarin arriva come condirettore a Milano, Roberto Pacchetti.