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 2018  dicembre 15 Sabato calendario

Intervista ad Anastasio, il rapper accusato di essere fascista

Neanche il tempo di godersi la (annunciata) vittoria a X Factor e il rapper Anastasio si ritrova nella bufera. Nata sul web: il podcast Ingranaggi fa un’inchiesta sulla pagina Facebook del 21enne artista di Meta di Sorrento scoprendo “like” a post critici sull’immigrazione e altri di Casapound, Salvini e Trump, il sito noisey.com la riprende, e succede il pandemonio.
Insomma, Anastasio, lei è fascista?

«Neppure un po’, è tutta fuffa».
Scusi, ma la pagina è la sua e i “like” li ha messi lei, o no?
«Certo che è mia e certo che li ho messi. Ma un “like” è solo un segno che ho letto un post, nulla più».
Ma perché li ha letti?
«Per capire. Parliamo di tempo fa, prima delle elezioni, mi stavo documentando e ho letto i programmi dall’estrema destra all’estrema sinistra. In quel periodo ho visto questo afflato della destra e mi sembrava interessante seguirlo. Se guardate bene la pagina trovate i “like” a contenuti di destra, ma anche a contenuti di sinistra, e pure sfottò a Salvini e Trump. Invece ci si è focalizzati solo su quelli di destra».
E alla fine cosa ha votato?
«Scheda bianca, se proprio vuol saperlo. Ormai la politica è un caos, la destra difende i lavoratori, la sinistra è liberista».
Quindi lei non è di estrema destra?
«Non sono schierato a sinistra, questo è sicuro. Ma neppure sono di estrema destra».
Bene, però le leggiamo una frase. “Nel cesso ho disegnato un’altra svastica”. La riconosce?
«Certo, la ripeto più volte in un mio vecchio brano, Un adolescente. Ma parlo della goliardata di un adolescente che disegna una svastica e non sa cosa sta facendo. Scusi, le svastiche nei cessi delle scuole le fanno i nazisti? Questo brano parla del proibito, delle ragazzate che si fanno a una certa età, di me come di tanti altri».
Lei viene sempre frainteso.
«Il punto è che in Italia se non sei di sinistra per certa gente diventi in automatico un fascista. Io mi ritengo un libero pensatore».
Traduzione?
«Traduzione, se concordo con una cosa detta da Salvini, lo dico. Ma non sono salviniano. Idem se concordo con una frase di Renzi: condivido, ma non sono renziano».
Il suo collega Salmo dice che non si può amare al contempo Salvini e l’hip hop. Concorda?
«Sì. Ripeto, io non amo Salvini. Ma se ogni tanto, per la legge dei grandi numeri, dice qualcosa di giusto, è onesto riconoscerlo. Tutto qui».
E di Casapound che pensa?
«Ne ho un giudizio completamente negativo: possono dire quel che vogliono, ma non condannano la violenza. Perdipiù mi danno fastidio le strumentalizzazioni e sapere che Casapound mi ha condiviso mi fa girare le scatole».
A proposito, il segretario di Casapound, Simone Di Stefano ha detto «Appena un artista non è conforme a quelle che ci si aspetta siano le idee del mondo di “X Factor”, esce dai canoni, allora viene attaccato». Ci metterebbe un “like”?.
«Sono dichiarazioni che condivido, direi quasi banali».
Però lei ha messo un “like” anche a Trump.
«Mi pare sia il presidente degli Usa, sapere cosa pensa è importante».
E il “like” a un post garantista verso Harvey Weinstein, che molestò Asia Argento, mancata giudice del talent?
«Alt. Nel post si citavano messaggi d’amore che erano spuntati tra lui e una delle tipe che lo accusavano. Ma sotto quel “like” ho scritto “Forza Napoli”. Insomma, quella che si chiama una “trollata”, una beffa. Lungi da me sostenere la violenza sulle donne».
Lei ha 21 anni, ha l’attenuante della giovane età. Ma proprio per quello lei vive nel mondo dei social, sa come funzionano. Non ha peccato di ingenuità?
«Guardi, sapevo benissimo che sarebbe venuto fuori un can can».
Scusi? L’ha fatto apposta?
«Provocare è la mia cifra stilistica. Per cui immaginavo polemiche, ma circoscritte a un artista con 500 follower sui social. Solo che nel frattempo sono diventato concorrente di X Factor.Ora ho imparato la lezione: in futuro sarò più prudente sulla politica. Mi modererò perché non sono un opinionista politico. Mi limiterò a rispondere a domande su singoli tempi se qualcuno me ne farà, al confronto individuale».
Bene, allora gliene facciamo una noi: cosa pensa dell’immigrazione?
«Umanamente capisco i profughi, chi scappa da povertà, fame, guerre. Il problema andrebbe risolto aiutando l’Africa ad arricchirsi, invece di depredarla. Ma questo è un mondo che va storto. E spero che si trattino i poverini che arrivano da noi con un po’ più di umanità».