la Repubblica, 14 dicembre 2018
Il ministro Bussetti vuole farla finita con i test Invalsi
Via a fusione o chiusura degli enti di valutazione Solo un mese fa Bussetti aveva smentito Roma Il prossimo intervento del ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca cambierà il sistema della valutazione nel Paese. La valutazione scolastica e quella d’ateneo. Cambierà Invalsi e Anvur, gli organi che la garantiscono nei due cicli. Da tempo il nuovo governo vuole riportare le agenzie sotto il controllo ministeriale – oggi sono all’interno del Miur, comunque autonome – e mercoledì, metà mattina, l’intenzione è stata messa nero su bianco. In quell’occasione il Consiglio dei ministri ha licenziato una prima versione del Disegno di legge sulla semplificazione. All’articolo 5 si legge come, nell’esercizio della delega in materia di istruzione, il governo potrà razionalizzare, «anche attraverso fusioni o soppressioni», enti, agenzie, «ivi comprese quelle proposte a valutare scuola e università». Si citano solo gli organismi legati alla valutazione, nel testo, e si dice, nel dettaglio, come l’intervento potrà avvenire «attraverso la trasformazione degli stessi in ufficio dello Stato o di altra amministrazione pubblica». Un controllo più serrato, ecco. In anticipo sullo stesso Consiglio dei ministri, il ministro Marco Bussetti ha già insediato una maxi- commissione che verificherà che cosa potrà essere «razionalizzato e soppresso» all’interno del Miur. In particolare, sui luoghi della valutazione. La corposa commissione, sessanta componenti, è presieduta dal magistrato di Corte dei conti Vito Tenore e lavorerà un anno. Tra i membri, vi sono esponenti del mondo della scuola e tre rettori universitari: Remo Morzenti (Bergamo), Antonio Uricchio (Bari) e Massimo Carpinelli ( Sassari). Solo un mese fa il ministro Bussetti, a precise domande di “Repubblica”, rispondeva: «Gli accorpamenti di Anvur e Invalsi e l’abolizione dei test non sono all’ordine del giorno». Dopo venticinque giorni, tuttavia, ha insediato la commissione di studio e, quindi, portato la questione al Consiglio dei ministri. Il suo staff tecnico ora spiega che non ci saranno novità per il 2019, ma non esclude fusioni future: «Nelle semplificazioni sono compresi gli enti di valutazione». L’abolizione dei test Invalsi era programma del Movimento 5 stelle, ma non è entrata nel contratto di governo: sulla scuola Lega e post- grillini hanno idee conflittuali. Insediato, Bussetti ha confidato l’avversione per il sistema Invalsi e il capo di gabinetto Giuseppe Chinè, l’uomo che costruisce ogni cacciata e ogni nomina, incontrando presidente e consiglio di amministrazione dell’istituto ha suggerito loro di presentarsi dimissionari al Miur: «Siete tecnici, dovete adeguarvi». Non è stato ascoltato, per ora. Il ministro, nel frattempo, ha allontanato di un anno l’ingresso dei test all’esame di Maturità. «Questo rinvio adesso somiglia al primo passo per non fare più test». dicono all’Invalsi: «Sulla valutazione non si scherza, è in gioco il futuro dei nostri ragazzi. Noi produciamo dati per ministero, università, ong. Serve un dibattito nel Paese». Le riforme sull’Anvur sono meno tagliate. C’è un progetto del capo Dipartimento Università, Giuseppe Valditara, che chiede un dimagrimento del Cda da sei a cinque elementi e all’agenzia di occuparsi solo di valutare i risultati lasciando libertà alle università di aprire nuovi corsi ( a prescindere dagli standard offerti). Paolo Miccoli, presidente Anvur: «Abbiamo bisogno di certezze sull’autonomia dell’Agenzia. Non ci sono grandi affinità tra Invalsi e Anvur, difficile fonderli».