Avvenire, 13 dicembre 2018
Fissione nucleare: così iniziò l’era atomica
La fissione nucleare, vale a dire la rottura del nucleo di un isotopo dell’atomo di uranio, fu riconosciuta ufficialmente ottant’anni fa quando nella notte fra il 17 e il 18 dicembre del 1938 il chimico tedesco Otto Hahn e il suo assistente Fritz Strassmann dimostrarono con un esperimento che un nucleo di uranio 235, bombardato con neutroni lenti, poteva spezzarsi in due. E per una strana coincidenza del calendario cinquant’anni fa moriva Lise Meitner, il fisico che fornì una corretta interpretazione del fenomeno (fu lei, tra l’altro, a coniare il termine fissione) e che fu protagonista di una vicenda che, fosse accaduta ai giorni nostri, avrebbe sollevato non poche polemiche.
Pur avendo, infatti, tutte le carte in regola e nonostante venisse proposta più volte per l’assegnazione del Nobel, il prestigioso premio le fu sempre negato e quando nel 1944 venne assegnato ad Hahn il Nobel della Chimica «per la sua scoperta della fissione di atomi nucleari pesanti», il nome della Meitner non comparve nella motivazione. Il motivo? Hahn disse che la Meitner era un fisico e che la fissione venne scoperta dagli esperimenti chimici che furono effettuati dopo che la Meitner lasciò il suo laboratorio a causa delle leggi razziali. In realtà l’esclusione della Meitner dal Nobel fu motivata dalla politica antisemita che la costrinse ad abbandonare le sue ricerche e a lasciare la Germania per trasferirsi in Svezia. Restò tuttavia sempre in contatto con l’ambiente della fisica tedesca e in particolare con lo stesso Hahn che continuava gli esperimenti sull’uranio e quando Hahn, dopo aver effettuato il famoso esperimento, le chiese un parere, la Meitner definì «sorprendenti» i risultati, ma al tempo stesso dichiarò che non si stupiva più di tanto dal momento che in fisica non esiste la parola impossibile. E pochi giorni dopo, mentre stava passeggiando in un bosco tutto bianco di neve insieme al nipote, il fisico Otto R. Frisch, ebbe l’intuizione della giustificazione teorica dell’esperimento. Seduta su un tronco, estrasse dalla borsetta carta e penna e calcolò la straordinaria quantità di energia provocata dalla rottura del nucleo di uranio fornendo così la giustificazione teorica dell’esperimento di Hahn e Strassmann che avrebbe dato il via a quell’utilizzo dell’energia atomica che all’inizio non fu esente da dubbi e perplessità. Ernst Rutherford e Niels Bohr, ad esempio, sostenevano che non sarebbe stato possibile utilizzare l’energia dell’atomo e dello stesso avviso fu anche Einstein, convinto che sarebbe stato impensabile metter le mani su quella enorme fonte di energia. E lo stesso Hahn dichiarò che addomesticare l’energia atomica sarebbe stato contrario alla volontà di Dio. E invece, purtroppo, l’energia atomica di lì a pochi anni sarebbe stata utilizzata nel bene (reattori nucleari) e purtroppo anche nel male (bomba atomica).
Va infine ricordato che nella vicenda della fissione si inserì un’altra donna, la chimica e fisica tedesca Ida Noddack, smentendo così che la fisica,come è stato affermato recentemente, è affare per soli uomini. In quel periodo i famosi Ragazzi di via Panisperna, guidati da Enrico Fermi, avevano scoperto la fissione senza però rendersene conto. Avevano creduto, infatti, di aver scoperto un nuovo elemento e la clamorosa notizia rimbalzò subito su tutti i giornali. Siamo nel bel mezzo del Ventennio e il Regime cavalca subito la notizia e vorrebbe chiamare Littorio il nuovo nato, mentre Fermi propone Ausonio, che è il nome poetico dell’Italia. Ma di fatto non ci sarà nessun Littorio né Ausonio perché dalla Germania arriva la voce della Noddack a gettare acqua sul fuoco dei troppo facili entusiasmi. Il team di Fermi, secondo la Noddack, non aveva scoperto un bel niente, ma aveva semplicemente spezzato un nucleo di uranio. Fermi, però, non la prese sul serio perché, come tutta la comunità dei fisici, riteneva impossibile che un neutrone avrebbe potuto rompere un nucleo atomico. E invece la Noddack aveva visto giusto e quando suo marito rimproverò Hahn per non aver mai citato i lavori della moglie che criticavano la presunta scoperta di Fermi si sentì rispondere che non lo aveva fatto per non renderla ridicola davanti alla comunità scientifica. Era convinzione dei fisici, infatti, che rompere un nucleo atomico utilizzando neutroni era come pretendere di abbattere una robusta fortezza usando palline da ping pong...
La storia, invece, avrebbe dato ragione a questa donna che aveva intuito la fissione alcuni anni prima della sua scoperta ufficiale. E nell’anno in cui ricorrono gli ottant’anni della fissione e i cinquant’anni della morte della Meitner è sicuramente curioso ricordare che la Noddack moriva esattamente quarant’anni fa. Sembra quasi che il calendario si sia divertito ad accomunare tutte queste ricorrenze per celebrare una delle scoperte più importanti della storia della scienza, una scoperta che aprì quella che il giornalista americano William L. Laurence definì «era atomica».