Il Sole 24 Ore, 13 dicembre 2018
I «coco bond» misurano la febbre di Deutsche
Per misurare la temperatura dell’affidabilità creditizia di una banca, c’è chi guarda ai credit default swap e chi guarda ai “coco bond”, una speciale categoria di titoli ibridi tra equity e debito. Nei due casi si tratta di strumenti finanziari poco liquidi ma nel misurare la febbre a Deutsche bank qualsiasi termometro si surriscalda comunque. Basta guardare il titolo in Borsa, che ieri pur salendo del 7,16% è rimasto sotto la soglia degli 8 euro a € 7,9. I coco bond di DB invece sono schizzati oltre il 12% di recente, su livelli che non si vedevano dal 2016, per colpa della catena di cattive notizie: dal coinvolgimento nel riciclaggio di denaro sporco in Danske bank alla riapertura del dossier dei Panama papers, per finire al pericolo di no deal-Brexit. La possibilità di evitare il più nefasto disordine nel chiudere i derivati over-the-counter con liquidazione e compensazione centralizzata presso la London Clearing House ha fatto ieri risalire i prezzi dei coco bond DB con rendimento all’11%. Magra consolazione. La volatilità regna sovrana: più che la promessa del ceo Sewing di riportare in utile i conti nel 2018, ogni tanto danno sollievo le voci, poco fondate, di una fusione di DB e Commerzbank. Ma se ne parla da 20 anni.