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 2018  dicembre 13 Giovedì calendario

I lupi sono la nuova paura della Germania

«Angst, la paura, è un sentimento tedesco?», è il titolo di una mostra aperta alla Haus der Geschichte di Bonn. Avviene di frequente in Germania che da fatti piccoli o grandi emerga il senso collettivo di una minaccia incombente, vera o anche solo percepita: l’inflazione, il terrorismo, un’epidemia, la guerra atomica, il contagio delle cattive abitudini dei Paesi mediterranei. Heidegger diceva che già il solo fatto di essere al mondo basta a produrre nei tedeschi lo stato d’animo costitutivo, la Grundbefindlichkeit della paura.Eppur sorprende che sia ora il lupo a catturare l’intero Paese in una «sindrome da Cappuccetto Rosso» priva di ogni fondamento razionale. Certo non parliamo di un animale qualunque, ma di un simbolo controverso: allegoria del male per gli uni, emblema della riconciliazione tra uomo e natura per gli altri. Tant’è. Il cosiddetto Wolfsdebatte spacca la Germania, la politica come la società civile. Ci sarebbero troppi lupi nei boschi tedeschi, almeno così pensa il campo dei Wolfskritiker, i nemici del lupo. L’Ufficio federale per la Difesa della Natura segnala oggi la presenza nel Paese di 73 branchi, ognuno composto da 25 a 30 tra lupi e lupacchiotti. La maggior parte è nei Länder orientali di Brandeburgo e Sassonia. All’evidenza è un successo, dopo anni di una sfiorata estinzione, i lupi svolgendo una funzione importantissima nell’equilibrio dell’ecosistema. Ma è un successo che ha anche i suoi risvolti negativi: aumentano le scorribande notturne negli ovili e gli assalti alle greggi, mentre contadini e pastori sono costretti a spendere migliaia di euro per le misure di protezione. Da ultimo viene segnalato (sic) il morso alla mano di una persona. Più che sufficiente a innescare l’ennesima Angst : un tedesco su quattro ha paura del lupo. La querelle occupa da tempo la politica, non solo in Ita lia sempre più affascinata dall’irrazionale: la necessità di mettere un tetto al numero dei lupi (detto altrimenti eliminar-ne una quota in qualche modo) è perfino nel contratto di governo della Grosse Koalition. E sul tema si sono scontrati giorni fa ad Amburgo perfino i delegati al congresso della Cdu, che ha annunciato una prossima proposta di legge. Ci sguazzano gli estremisti di AfD, che con la stessa retorica apocalittica usata per gli immigrati evocano orde di lupi pronte ad attraversare illegalmente il confine, per divorarsi pecore, agnelli e forse anche bambini, accusando il governo di «lasciare il popolo alla mercé dei lupi». La loro proposta? Libertà di sterminio. Ma il Wolfsdebatte fotografa anche la rabbia del mondo agricolo e rurale, che si sente abbandonato da un establishment elitario, urbano, ecologista e benestante pronto a schierarsi con gli animali, dimenticando le sue paure e rimanendo sorda al suo «al lupo, al lupo».