Il Messaggero, 8 dicembre 2018
Scuola, il ritorno dei bidelli
Il bidello torna a scuola, per il 2020 infatti saranno assunti 12 mila collaboratori scolastici. Una figura, quella del bidello, che viene dal passato: venne accantonata 17 anni fa, quando le pulizie nelle scuole furono affidate a cooperative esterne. Quelli che una volta erano i bidelli assunti dallo Stato, quindi, sono ora in via d’estinzione e svolgono soprattutto una funzione di vigilanza all’entrata e all’uscita da scuola. Il compito di tenere pulite le classi, i corridoi, la palestra e i bagni degli istituti spetta invece ai collaboratori messi in campo dalle cooperative sterne. Si tratta di quasi 12 mila persone che lavorano con contratti a tempo determinato e nella stragrande maggioranza dei casi con un part time.
Vale a dire stipendi ridotti, per un lavoro che si spera venga rinnovato di stagione in stagione. Ma la situazione potrebbe cambiare: è in arrivo un concorso per bidelli da portare a scuola nel 2020. Circa 12 mila. La Commissione Bilancio della Camera, infatti, ha approvato l’emendamento alla Legge di Bilancio 2019 per internalizzare i servizi di pulizia nelle scuole dalla materna alle superiori a partire dal 1 gennaio 2020. L’emendamento è stato sostenuto dal deputato cinquestelle Luigi Gallo, presidente della Commissione Cultura: «Basta con l’assistenzialismo di Stato alle imprese negli appalti delle pulizie nelle scuole, così rispetteremo i diritti dei lavoratori storici».
Il progetto prevede che per ricoprire i posti necessari il ministero dell’istruzione avvierà una selezione per titoli e colloqui per poi procedere alle assunzioni. Il reclutamento è rivolto al personale impegnato nelle scuole senza soluzione di continuità, dipendente a tempo indeterminato presso le imprese che hanno l’appalto per svolgere i servizi di pulizia negli istituti. La procedura andrebbe quindi ad assumere chi già lavora per le ditte esterne e che, quindi, verrebbe internalizzato. Secondo i dati forniti dalla Filcams Cgil, le risorse destinate al processo di internalizzazione provengono dal superamento di un decreto del 2009, sui cosiddetti posti Ata accantonati», pari a circa 292 milioni. Per non sforare, le assunzioni potranno essere anche a part time. A questi fondi si andrebbe ad aggiungere uno stanziamento di risorse pari a 94 milioni, che si aggiungono ai 96 già stanziati fino al prossimo giugno, per la copertura dell’intero anno. «Siamo assolutamente d’accordo ha dichiarato Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi – perché la gestione dei rapporti esternalizzati non è affatto semplice. Con il personale interno, invece, le pulizie saranno direttamente sotto il controllo dei dirigenti. Mi dispiace solo che non si possa partire prima, perché aspettare fino al 2020?». Soddisfatti anche i sindacati: «Un risultato positivo commentano Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltrasporti Uil l’emendamento approvato è un importante passo verso il compimento di tale percorso». Ma nelle pulizie delle scuole non sono impegnati solo gli esterni, che provengono da ditte e cooperative. A fronte di questi ultimi pari a poco meno di 12 mila unità, infatti, ci sono i precari della scuola: il cosiddetto personale Ata, che comprende ausiliari, tecnici e amministrativi, con contratti a tempo determinato da anni, E questi resterebbero fuori dalle 12 mila assunzioni.
IL PROGRAMMA
La Cisl Scuola, infatti, chiede un programma chiaro per tutelare sia i lavoratori delle cooperative sia i collaboratori scolastici precari in attesa del ruolo da anni. Secondo uno studio della Flc Cgil sul personale scolastico, nelle scuole italiane al termine delle assunzioni e delle nomine annuali del personale Ata restano da coprire ancora 13.349 posti, tra organico di diritto e di fatto, a cui aggiungere gli 11.552 posti accantonati per le esternalizzazioni per un totale complessivo di 24.901 posti. Tutti attualmente coperti con supplenze annuali.