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 2018  dicembre 08 Sabato calendario

Intervista ad Alessandra Amoroso

Le 20 tappe del tour di Alessandra Amoroso, una per regione, sono già diventate 33 a forza di sold-out. La prima, a Torino, al PalaAlpitour, 5 marzo, è esaurita, a Milano e Roma sono già tre. 
Che cosa ci può anticipare?
«Stiamo lavorando per rendere visibili, concrete le idee dell’album 10. Il palco cercherà di avvolgere il pubblico: mi piace considerare i miei concerti dei karaoke giganti. Si canta insieme. Sto sul palco solo per dare modo a tutti di vedermi».
L’idea è immergersi dentro il pubblico?
«Tutto quello che mi è successo è dovuto all’amore che lega me e la Big Family: non è pubblico, non sono fan, è una famiglia. Ho ricevuto tanto amore in questi dieci anni, anche sui social, che in fondo sono un modo per tenersi in contatto. Io racconto la mia vita quotidiana: un giorno facevo la commessa, il giorno dopo sono diventata una cantante. Ma non ho mai cambiato il modo di fare e di essere».
La sua vita è cambiata grazie ad «Amici», vinto nel 2009. Come ci è arrivata?
«Dire che vivessi di pane e musica sarebbe una bugia, ma in chiesa cantavo gospel, mi piaceva l’R’n’B, il reggae, molta musica italiana. La musica riempiva le mie giornate e io cercavo di riempire le mie serate al karaoke. Ho fatto un solo concorso, in giuria c’era Mogol, l’ho vinto. Così a 17 anni sono andata con la mamma ad Amici. Non mi presero».
E non s’è persa d’animo...
«In realtà sì. Finita la scuola, ho cercato lavoro, ho fatto la commessa, ho lavorato in un’agenzia immobiliare, poi in un bar, poi di nuovo la commessa. Avevo una settimana di ferie, ho proposto a un’amica di andare insieme a Roma e lì ho rifatto i provini. Senza crederci davvero. Invece mi hanno preso, e ho vinto».
Poi subito concerti?
«All’inizio veniva poca gente, pensavo di mollare, poi tornavo a Lecce e sotto casa c’era sempre qualcuno. A volte mi affacciavo dal balcone per salutare, cose allucinanti. Ho tenuto duro e ora siamo qui».
Non tutti i vincitori di talent ce la fanno. Qual è il segreto?
«Forse aver scelto come manager Giacomo, il mio migliore amico. Insieme abbiamo fatto molti sbagli, siamo andati più lentamente degli altri, ma tenevo troppo a rimanere integra in un mondo che non conoscevo».
E dal punto di vista artistico?
«Sono arrivata ad Amici cantando Alicia Keys, Amy Winehouse, cose che cozzano con Immobile, Stupida, Estranei, le mie prime canzoni. Ma chi è alle prime armi non può che affidarsi a chi ha accanto. Una grande mano me l’ha data Maria (De Filippi, ndr): dopo una settimana ad Amici volevo fare i bagagli e tornare a casa. Poi ho fatto a capocciate con il mio timbro vocale un po’ scuro. Mi dicevo: faccio schifo se canto in italiano. Ma mi sono fidata, ho cercato di mettere la mia storia in canzoni che non erano propriamente mie».
Ed è andata bene. E ora?
«Da poco ho iniziato a scrivere, ma non mi sento un’autrice. Sono una persona che ha tanto da dire ed è stata fortunata a trovare persone che hanno scritto per me. Ho fatto capire chi sono negli ultimi album, Vivere a colori e 10». 
E come è nato il rapporto con i fan, con la Big Family?
«All’inizio mi dicevano: complimenti, Ale, le tue canzoni sono bellissime. E io: ma non le scrivo io! Sono sempre stata sincera, mi piace entrare in confidenza con le persone, non mi sono mai nascosta. E ora ho in agenda numeri di persone che un tempo mi acclamavamo sotto il palco».
Da ex commessa, cosa dice ai coetanei che hanno problemi a trovare lavoro?
«Ai ragazzi dico che accontentarsi fa bene, ma che sul divano il lavoro non arriva. Lottare, essere determinati, quello aiuta. Però mi coinvolgono di più le situazioni in cui vedo persone di ogni età lasciate allo sbaraglio. La Big Family onlus segue il caso di un bambino che ha tanti problemi - è non vedente, non cammina, non parla - abbiamo creato un fan club solo per lui».
Ha fondato una onlus?
«Sì, da un anno. Stiamo cercando di organizzarci al meglio. Da piccola, ai tempi della guerra in Bosnia, facevo un sogno ricorrente: avevo un pollo gigante, lo dividevo tra i bambini scheletrici che vedevo in tv. Ho questa spinta ad aiutare la gente, mi fa stare bene, sento di compiere un dovere».
Ahi ahi, oggi l’accuserebbero di buonismo.
«Andrei in giro a dare cuori a tutti. Credo nel bene, nell’amore. Non è di moda, oggi va odiarsi, essere cattivi, invidiosi, gelosi, bulli».
È buonista anche in musica: ha duettato con tutti, o quasi.
«Sono sul Guinness dei primati: nel programma di Cattelan ho duettato con 19 componenti della Big Family in 120 secondi. In realtà devo molto alle collaborazioni».
Di chi, in particolare?
«Da Amici mi ha preso con le sue grandi mani Gianni Morandi e mi ha portato in tv davanti a un altro pubblico. Poi Baglioni, Amiche per l’Abruzzo con Laura Pausini, Gianna Nannini, Giorgia… Ai tempi mi dicevo: ah, se avessi una telecamerina per far vedere quello che mi sta accadendo! Mi ha prodotto Tiziano Ferro, ho fatto canzoni con Elisa. E Fiorella Mannoia, Federico Zampaglione...».
Si è mai chiesta perché?
«Sarà questo timbro maledetto, che ringrazio, specialmente ora dopo l’operazione alle corde vocali che l’ha fatto tornare. O forse perché sono come mi si vede, non ho maschere e non sono competitiva, non lo ero neppure ad Amici. Ho sempre fatto tutto con lealtà, sincerità, onestà». 
Andrà a Sanremo?
«Che io sappia, no. Poi le cose possono cambiare. Ora ho solo voglia di lavorare al tour, buttare giù una scaletta di mie canzoni che faccia tutti felici, contenti, pieni d’amore».