la Repubblica, 8 dicembre 2018
I 52 modi per piegare un fazzoletto
Il fazzoletto è tornato di moda. Non quello da naso, ovvero da tasca, ma quello da taschino. Il suo nome francese è pochette, che viene da poche, tasca. Ci sono vari oggetti indicati da questa parola: un violino apparso in Francia alla fine del XVI secolo; una borsetta femminile senza manici da tenere in mano; una busta che contiene fogli e buste per la corrispondenza. Il significato cui mi riferisco riguarda un fazzoletto di raso, seta o lino che si piega e si pone nel taschino della giacca. Dovrebbe essere precedente agli altri utilizzi e come loro deriva da “tasca”. Ci sarebbero attestazioni che già nel Settecento fosse usato alla corte del re di Francia, che sceglieva il fazzoletto; le piegature avrebbero avuto un significato circa il suo stato d’animo, l’umore e le volizioni quella mattina.
Oggi sono stati censiti 52 modi differenti di piegare il fazzoletto per porlo nel taschino della giacca, un numero minore rispetto agli 85 di annodare una cravatta descritti in un libro con questo titolo opera di due fisici di Cambridge, Thomas Fink e Yong Mao (Bompiani). I più usati sono: la piega presidenziale, semplice, rettangolare; la piega a punta, con varie soluzioni; la piega a sbuffo, briosa. Le varianti sono tante e fantasiose. Se si pensa che fino al 1900 esisteva un solo modo per annodare la cravatta, e che negli anni Trenta del XX secolo Edoardo, Principe di Galles, ne inventò due nuovi, e via di seguito.
Non sembra esserci chi ha codificato la pochette da taschino, o forse lo ignoro; di sicuro c’è una pagina web che insegna a piegarlo. La regola è che non esistono regole, e che le pieghe sono una prerogativa dei singoli. Così come non c’è una regola circa il disegno o il colore del fazzoletto. Si consiglia solo di non usare il medesimo materiale della cravatta o papillon. Dal momento che si parla di pieghe, il tema potrebbe rientrare nell’ambito della topologia, quel ramo della geometria che si occupa delle proprietà delle figure che non variano sottoponendole a deformazioni continue. Il filosofo Gilles Deleuze ha fornito in La piega (Einaudi) una teoria molto interessante al riguardo.
Perché il fazzoletto da taschino è tornato di moda? Per via della crescita quasi esponenziale degli accessori nella moda. Sono accessori: le cinture, i guanti, le borse, i gioielli, le spille, le calze, le bretelle, gli occhiali da sole, i cappelli, la cravatta e la pochette.
Oggi sono proprio gli accessori gli oggetti su cui l’abbigliamento insiste per differenziare uno stile da un altro.Si pensi alle borsette di Prada. In questo senso la pochette sembra appartenere al genere glamour della moda contemporanea, genere estendibile a dismisura, qualcosa che un tempo sarebbe stato attribuito all’eleganza, concetto che oggi, pur molti in uso, non si sa bene cosa sia. Per questo l’elegante pochette è tornata.