Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2018  dicembre 08 Sabato calendario

Social, molotov e rotatorie: anatomia dei gilet gialli

I gruppi Facebook

È il social network su cui si è aggregata la protesta dei gilet gialli. Il movimento ha beneficiato di un lancio rapido e potente grazie al nuovo algoritmo di Facebook che premia i post di gruppi. È così che "La France en colère!!!" (285mila iscritti) o "Fly Rider Info Blocages" (126mila iscritti) sono diventate le piazze virtuali più frequentate dai gilet gialli per immaginare nuove azioni e rivendicazioni. Ottenuta dal governo la cancellazione dell’aumento delle accise, i gilet gialli lanciano richieste per l’abolizione di altre tasse, per l’incremento del salario minimo, tagli al costo della politica, revisione della Costituzione. Il primo dicembre, durante l’ultima manifestazione, sono state censite 52mila conversazioni intorno al movimento: un record.


L’ala radicale
Tra gli otto portavoce nominati in Rete il 26 novembre c’è Eric Drouet, 33 anni, camionista a Melun. È sua l’idea di indossare i gilet gialli per la protesta contro le accise. Drouet ha disertato l’invito del premier Philippe perché non ha ottenuto di poter filmare l’incontro in streaming. Da ieri è indagato per "istigazione a commettere reato" perché ha incitato i manifestanti a "sfondare l’Eliseo". Un’altra irriducibile è Priscilla Ludosky, 33 anni, promotrice di una petizione contro le nuove accise da oltre un milione di firme. Il personaggio più seguito su Facebook è Maxime Nicolle, disoccupato bretone di 31 anni alias "Fly Rider". Nei suoi Facebook Live si mischiano appelli all’insurrezione e tesi complottiste come quella di «Macron pronto a vendere la Francia».


I moderati
Si fanno chiamare "gilet gialli liberi": hanno pubblicato un manifesto all’indomani degli scontri del primo dicembre contro la violenza e chiedendo di trattare con il governo. La più famosa è Jacline Mouraud, bretone, 51 anni, specialista in ipnosi. Il suo filmato contro le accise è stato visto da 6 milioni di persone. Tra i moderati ci sono diversi militanti di destra come Benjamin Cauchy, 38 anni, impiegato di Groupama, già consigliere comunale dell’Ump. Dopo i primi scontri in piazza, Mouraud, Cauchy e gli altri nove rappresentanti dell’ala più "dialogante" con il governo hanno deciso di non partecipare più alle manifestazioni a Parigi per concentrarsi su azioni locali.


Le rotatorie
Sono un altro simbolo del movimento anche se meno spettacolare. Da metà novembre è quasi impossibile circolare nelle strade di provincia senza finire in un barrage, i blocchi organizzati attorno alle rotatorie che in Francia caratterizzano il paesaggio. I gilet gialli sono presenti con piccoli gruppi che si alternano giorno e notte, hanno installato tende e barbecue per scaldarsi. I manifestanti chiedono agli automobilisti di firmare petizioni o esibire sul cruscotto un gilet giallo.


Le icone
Se i gilet gialli vengono spesso paragonati ai Cinque Stelle non hanno un loro Beppe Grillo. Ma uno dei mentori è il comico Coluche, morto nel 1986. I video di Coluche, che aveva tentato invano di lanciarsi in politica, sono usati dal movimento. Molto ripresa l’iconografia della Rivoluzione francese con appelli all’insurrezione, alla "presa dell’Eliseo", immagini della ghigliottina. In queste poche settimane si è costruita una narrazione del movimento, in cui ogni nuova giornata di mobilitazione ha un nome: dal cosiddetto "Atto I" per le prime manifestazioni del 17 novembre, fino all’atto IV, oggi a Parigi.