Corriere della Sera, 8 dicembre 2018
Intervista al deputato Dall’Osso, passato dal M5s a Forza Italia
Le danno del traditore, del Giuda, del venduto.
«Mi dispiace. Sono vicino a queste persone, gli voglio bene».
Ma come? Loro la insultano e lei gli vuol bene? Alcuni le augurano la morte.
«Cosa le devo dire, non hanno capito. Chi non è disabile non può capire. E allora deve essere educato a capire».
Matteo Dall’Osso è distrutto. Due giorni che non avrebbe mai immaginato. Una valanga d’odio che si è abbattuta sulla sua decisione improvvisa di lasciare il Movimento 5 Stelle e passare al gruppo di Forza Italia. Lo stop agli emendamenti a favore dei disabili. Il voltafaccia dei colleghi 5 Stelle. La decisione di mollare tutto. Poi lo sconcerto dei dirigenti. La rabbia degli attivisti. E quella penale da 100 mila euro che i suoi ex colleghi potrebbero chiedere a lui, malato di Sclerosi multipla.
Cominciamo dall’inizio.
«È successo tutto in commissione. Mi hanno preso in giro. Ho presentato emendamenti che prevedevano un fondo di 10 milioni di euro per i disabili. All’inizio me li hanno esclusi».
Perché?
«Perché erano in ritardo rispetto ai tempi del regolamento M5S. Ma per me conta la Costituzione e contano i regolamenti della Camera. A quel punto ho fatto un appello accorato. E si sono convinti».
È durata poco.
«Sì, perché poi ho scoperto che me li hanno bocciati. Ho visto il tabulato e ho detto: non ci posso credere».
A quel punto?
«Ho chiesto a Luigi di parlarne».
Di Maio.
«Sì. Lui ha detto che non poteva. Mi ha detto: vediamoci stasera o domani. Io ho detto: bastano dieci minuti. Anche per pranzo. Lui ha detto no. A quel punto ho pensato: mi sta prendendo in giro. A me. Che mi son fatto un mazzo tanto e che ho speso tutti questi anni per i disabili».
E Forza Italia?
«In Forza Italia ci sono persone sensibili. Renata Polverini l’avevo conosciuta già nella scorsa legislatura, siamo diventati amici. Mara Carfagna è una che fa battaglie per i più deboli. Sono brave persone».
Ha visto Berlusconi.
«Sì, sono andato a Palazzo Grazioli e l’ho visto».
Come le è sembrato?
«Lui è sempre stato un signore. L’ho preso in giro, l’ho imitato con “mi consenta”. E abbiamo scherzato sul Milan. È uno giocoso. È il primo a scherzare, ma quando è serio è serio».
Ma come? Berlusconi per i 5 Stelle è il Male: è i festini, la corruzione, la mafia e ogni altra nefandezza.
«Lo so, lo so. Ma io sto ragionando in termini calcistici. Voglio portare a termine il risultato: aiutare i disabili».
Hanno cercato di trattenerla? Dal suo gruppo?
«Nessuno mi ha scritto. Nessuno dei 5 Stelle. Solo dall’opposizione».
Fico?
«Una persona carina. Ma non può capire, come gli altri che non sono disabili».
Dicono che l’ha fatto per soldi.
«Certo, certo».
Forse le chiederanno 100 mila euro di penale.
«Mi viene da sorridere. Perché non li chiedono ai leghisti? I deputati di Forza Italia vogliono fare la colletta. Non mi vogliono lasciare indietro».
È il motto M5S. Di loro che pensa?
«Gli voglio bene. Ma hanno fatto una cattiveria. Contro di me. Contro di me! Capisce? Contro di me».
Non è triste di abbandonare il Movimento?
«Certo. Ci sono stato dieci anni. Mi sono avvicinato perché avevo scritto la mia storia di malato e cercavo qualcuno che la pubblicasse. Si sono offerti gli amici di Beppe Grillo».
Appena laureato.
«Sì, a 24 anni, in ingegneria. Sono malato da quando ne avevo 19. All’epoca chi era come me era pelato, senza morosa e senza soldi. Io ero solo senza soldi. Avevo la forza. Poi la salute è migliorata».
È la fine di un sogno?
«No. Sono deluso, stanco. Ma anche contento: ho sentito che ora i 5 Stelle vogliono il fondo per la disabilità. Allora a qualcosa è servito».