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 2018  dicembre 07 Venerdì calendario

Il «living coral» è il colore dell’anno 2019

I colori possono essere caldi o freddi, chiari o scuri. E spesso non hanno un significato, ma siamo noi a darglielo. Li usiamo per l’arte, li sfumiamo, li accostiamo in abbinamenti perfetti. I colori disegnano il nostro mondo e lo caratterizzano. Da bambini abbiamo sempre un colore preferito, da grandi scegliamo quello che si intona meglio a un vestito.
Ci sono anche colori che diventano notizia, come il «living coral», codice 16-1546 eletto colore Pantone del 2019. Gli esperti dei colori di Pantone Color Institute hanno scritto che questo «living coral» è «un riflesso retinale del momento culturale» e hanno deciso che quest’anno la natura doveva essere un elemento importante per la scelta del principe dei colori nel 2019. Questo rosa corallo, acceso e vivo, in pratica «parla ai coralli» e «vibra nel tramonto». Scelto da 20 esperti, questo è un colore presente in natura e richiama molti posti che vorremmo visitare e luoghi che subiscono la minaccia dei cambiamenti climatici. Insomma, un colore dedicato all’ambiente e alla tutela delle barriere coralline.
Ogni anno c’è trepida attesa per la scelta del colore dell’anno. Prepariamoci, perché lo vedremo dappertutto: segnerà la moda e le stagioni. Ma non c’è solo il color corallo: le palette sono quasi infinite. I colori vengono «scoperti», trovati, catalogati. Nel 2009, Andrew Smith, uno studente dell’Università dell’Oregon, mentre stava studiando le proprietà degli ossidi di manganese, aveva scoperto un nuovo colore: un blu intenso, mai visto prima: si chiamava YlnMn Blue. Il nuovo blu era così brillante, intenso e meraviglioso che il suo professore aveva avuto l’intuizione che fosse qualcosa di speciale. E aveva ragione, perché quel blu era il primo blu scoperto da quando, nel 1858, Peligot aveva scoperto il blu di Brema. Prima del blu di Brema, nel 1802, Louis-Jacques Thénard aveva scoperto il blu cobalto. Prima di allora, nel 1704, c’era stato il blu di Prussia, scoperto a Berlino da Milori. Questo YlnMn Blue, bellissimo, è l’ultima tonalità di blu ad essere stata sintetizzata. Però, il nome era orribile. Quindi, l’anno scorso era stata aperta la possibilità di indire un concorso per trovare un nome comprensibile: l’hanno chiamato Bluetiful e l’hanno infilato nel catalogo della Crayola, la marca dei pastelli.
Ma il mondo dei colori è vastissimo. Ad Harvard c’è l’immensa collezione di colori di Edward W. Forbes, considerato uno dei padri della conservazione artistica. Viaggiando, Forbes aveva avviato una caccia al colore durata anni e anni. Storico dell’arte, è stato direttore del Fogg Art Museum dell’Harvard University dal 1909 al 1944. Americano, sì, ma colpito dalle opere d’arte italiane, aveva iniziato a collezionare colori e pigmenti. Adesso i colori di Forbes fanno parte del museo di Arte di Harvard e sono un patrimonio importante per la comunità artistica mondiale. Studiare i pigmenti rivela anche lo sforzo che ci è voluto, prima dell’avvento dei colori sintetici, per riuscire ad ottenere colori perfetti. Barattoli di viola intenso, blu profondo e gialli vibranti, provenienti dall’Europa e dal Medio Oriente. 
Oltre a quelli recuperati dallo stesso Forbes, ci sono quelli donati da esperti e curiosi alla sua Forbes Pigment Collection. I colori della sua collezione sono 2.500. L’archivio di Forbes, fatto di piccoli barattoli di vetro, serve anche a determinare l’autenticità delle opere d’arte o studiare le opere del passato; tra chimica e colore.