Luca Telese per “Panorama” (in edicola oggi), 6 dicembre 2018
Vittorio Sgarbi va in pensione
Vado in pensione ma non sono pensionato, mi hanno dato mezzo secolo di contributi, 40 solo figurativi. Ma io continuerò a lavorare finché sono vivo, Quota Sgarbi è meglio di quota cento, la vecchiaia non esiste finché non la accetti”
(Sorriso). Insomma, si determina una curiosa bizzarra.
Quale, Vittorio? Vado in pensione.
Ma che dici? Da gennaio. Me lo hanno appena comunicato.
Come ex parlamentare? Mannó! Sono in carica!
Come ex sindaco?
Non dire sciocchezze. Sono primo cittadino di Sutri,e ho iniziato nel 2018.
Come ex assessore? Noooh.... da funzionario dei beni culturali! In effetti è incredibile. Devo raccontarla meglio.
Possibile? Sei in aspettativa dal 1992, quando diventasti deputato del PLI! No ,in aspettativa senza assegni,da ancor prima,dal 1985,per seguire un grande progetto .Ora hanno ricostruito la mia carriera previdenziale.
Cosa hanno scoperto? Che mi ritirerò con mezzo secolo di contributi, pensa!
Ma se non hai ancora compiuto 67 anni! È un conto facile: ti spiego tutto nel dettaglio.
Vai in pensione per un lavoro che non hai mai fatto? Per cui non sono mai stato retribuito, a voler essere pignoli. È diverso.
In che senso? Ero sempre in aspettativa gratuita. Non mi pagavano.
Per quanto tempo lo sei stato? Quasi sempre, negli ultimi 25 anni. Ma allo Stato non sono costato un solo centesimo di stipendio.
Peró ti versavano i cosiddetti contributi figurativi. Ah, beh, certo: come a chiunque.
Ma non è curioso? Cosa?
Che diventi pensionato proprio tu, l’uomo più attivo sulla faccia della terra. Non ci avevo pensato. Vero, un bel paradosso.
Cambierai il tuo stile di vita? In nulla. Non si è vecchi finché non ci si sente vecchi. L’età è una percezione psicologica.
Infuria il dibattito su “Quota 100” e arriva “Quota Sgarbi”. Destino. Mentre inseguo Vittorio Sgarbi per Roma, mi rendo conto che la sua vita è la stessa del 1996, quando lo intervistai per la prima volta su Sette. Quel giorno - per dire - mi diede appuramento nella sua meravigliosa casa di piazza Navona alle 17.00 (“Sai? Era lo ‘scortico’di un Papa”) e si presentò alle 23.00 con l’amico Peter Glidewell , (un mercante d’arte, intellettuale finissimo) e Milly D’Abbraccio (una pornodiva all’epoca famosa).
Mercoledì scorso, invece, è andato a letto a Roma alle 7.00 del mattino per scrivere un articolo, si è svegliato alle 10.30 per tenere una lectio magistralis sui borghi storici all’Anci seguito dalla stoica collaboratrice Paola Camarco (ventenne, ma fatica a stargli dietro), ha parlato 90 minuti a braccio senza un appunto, ha bloccato il traffico a via di Campo Marzio per parlare con un corteo di fan, curiosi e ammiratori.
Ha riunito la giunta di Sutri (lo seguono loro,fedeli,talvolta) in un bar di piazza del Parlamento. Ha posato a piazza San Silvestro diventando (incredibile capacità metamorfica) un vecchietto sulla panchina, mollato il bastone è tornato super Sgarbi, ha incontrato figlia e madre della figlia (”Ma non era albanese?”, chiedo “No quella è un’altra”), poi incontro con una artista e conferenza al Maxxi sulla Biennale di Venezia. Ancora,aula di Montecitorio.Alle 17.00 la Camarco compulsava l’agenda sul cellulare e sospirava: “Oggi è una giornata tranquilla”.
Vittorio, anche stavolta farai discutere. E perché mai?
Il pensionamento. Primo, non l’ho chiesto, me l’hanno comunicato. Secondo: vado in pensione con la Fornero - le regole più severe - per limite anagrafico.
Quando hai iniziato a lavorare? Ricostruiamo la tua storia? A vent’anni, come supplente di latino nelle scuole. C’era un gran bisogno di supplenti, iniziai vicino casa a Codigoro, a Ferrara, a Tresigallo.
Era il 1972, e quanto prendevi?
Non me lo ricordo: 100 o 200mila lire al mese, ma potrei sbagliare.
Quindi lavori da 45 anni. Vedi? Però c’è di più: ho riscattato i quattro anni della laurea....
E sei arrivato a quota 49. Più un anno di perfezionamento.
E siamo a 50. A gennaio diventano 51. Incredibile. Tu dal 1977 però sei prima un ispettore, poi un soprintendente dei beni culturali. Quella è una storia paradossale.
Cioè? Era il 1976. Ero andato a letto con una bella signora, di cui non faccio il nome.
Cosa c’entra? Dopo aver consumato i piaceri della carne lei mi disse: “Sai? Sto preparando il concorso al ministero. Perché non lo fai anche tu? Sei preparato”.
E come andò a finire? (Sorriso). Che lo feci. Lei fu bocciata e io lo vinsi. Vedi l’utilità sociale delle relazioni sessuali?
Cosa darei per avere il filmato di Sgarbi interrogato! Presidente di commissione era il grande Giovanni Carandente: uomo coltissimo e ironico, all’epoca soprintendente del Veneto.
Cosa ti chiese? Esame su un dipinto di Marco Ricci su pelle di capretto. Ebbi fortuna: sapevo tutto di quella tecnica.
Eri talentuoso. Ma in quel periodo da funzionario sei stato condannato per truffa ai danni dello Stato. Vicenda nota. Assurda.
Eri spesso assente dal lavoro, o in ritardo sull’orario di ufficio e presentavi certificati medici lamentando cimurro e cervicalgia.... Vero. Ero poco presente in ufficio ma lavoravo. Ma soprattutto ero in aspettativa senza assegni.
A cosa? Ero stato comandato presso la provincia di Rovigo, dovevo preparare il Catalogo delle opere d’arte nelle Chiese. Lo feci. È un’opera che ha più di trent’anni ed è ancora un ottimo testo.
Durante il processo ti sei difeso dicendo: “Non sono io che traggo prestigio dalla carica di ispettore dell’arte, ma è quella carica che trae prestigio da me Vittorio Sgarbi”. (Risata sgarbiana). Parole incontestabili.
Nel 1977 inizi anche una seconda carriera, da scrittore. Il mio primo libro: “Il populismo nella letteratura italiana del Novecento”. Era una dialogo con Alberto Asor Rosa. Lo pubblicó l’editore D’Anna, 1977. La prima monografia, del 1979, è su Carpaccio.
Quanti titoli hai pubblicato? (Sospiro) Ehhhhh... più di 200: ma ho perso il conto. L’ultimo, “il Novecento”, dedicato al futurismo e al neorealismo lo ha pubblicato mia sorella, per la Nave di Teseo.
Nel 1992 diventi deputato con i Liberali. Il periodo della copertina nudo su “L’Espresso”. Non sono più tornato al lavoro tranne un breve periodo tra il 2009 e il 2010 quando sono tornato a fare il Soprintendente a Venezia. Anzi io Soprintendente speciale SOPRINTENDENTE SPECIALE PER IL PATRIMONIO STORICO, ARTISTICO ED ETNOANTROPOLOGICO E PER IL POLO MUSEALE DELLA CITTA’ DI VENEZIA E DEI COMUNI DELLA GRONDA LAGUNARE
Pensa, sembra che non potessi essere nominato. Vicenda grottesca.
In che senso? Dopo l’incarico,mi ero dimesso da sovrintendente, con una lettera a Franceschini, all’epoca ministro.
E poi? Vicenda kafkiana. Prima mi hanno detto che non potevo dimettermi. Dopo un anno e mezzo ci hanno ripensato e hanno accolto le dimissioni.
E tu? Ho fatto un ricorso al giudice del lavoro. E, naturalmente, l’ho vinto. Altrimenti ora non avrei questa anzianità.
Un caso senza precedenti, dunque: hai trovato un magistrato che ti piace! Il fatto senza precedenti è che un magistrato mi abbia dato ragione.
Parliamo della tua carriera politica e istituzionale, invece. (Risata sonora) È sintetizzabile in maniera molto semplice: mi cacciano sempre.
Da dove? Da ovunque: cacciato da sottosegretario, da Urbani, cacciato da assessore, dalla Moratti, da Alto commissario a piazza Armerina, da sindaco di Salemi...
A Milano per la mostra su Arte e omosessualità: “Vade retro”. Valeva la pena, fosse anche solo per il titolo. Da suor Letizia un gesto di intolleranza e miopia. Ma volevano cacciarmi anche a Sutri.
Non ci credo: da quando sei sindaco ne parli in tv ogni giorno Se è per questo il mio vicesindaco mi parla di 5mila turisti in più e dei ristoratori che aumentano i turni.
Hai aperto un museo in tre mesi. Palazzo Doebbing, un gioiello: ci sono opere di Pellizza da Volpedo e dei maestri della Tuscia. Tuttavia la mia maggioranza mi voleva cacciare e l’opposizione tenere. Dev’essere un destino.
Ma se hai una giunta che ti segue in trasferta, vicesindaco compreso! Ora il rapporto è ottimo.
Quanto prenderai di pensione? Il conto ancora non lo so: fra i 2,5 e i 3,5mila euro, immagino. Io non sarei mai andato in pensione.
Quanto si spende al mese a casa Sgarbi? A occhio e croce? Poco più di 30mila euro. Assistenti, dipendenti della Fondazione....7mila solo di affitto.
Cosa farai con i soldi della pensione Li metterò nella Fondazione, che da’lavoro a sei dipendenti nel campo delle Belle Arti.
Cacciato anche da Salemi, dicevi.
E pensa che la reinventai come prima Capitale d’Italia portandoci anche Napolitano.
Come, come? C’era un fondamento di verità: Garibaldi era a Salemi, a inseguire le belle donne, quando fu nominato dittatore d’Italia da Francesco Crispi.Cosi’si legge nel primo numero della Gazzetta ufficiale.Da Salemi.E così scrissi nella lapide.
E Napolitano? Guardingo come sempre mi chiedeva: “Vorrei vedere il documento”. Ah ah ah.
C’era anche la signora Clio? Donna di grande intelligenza.E mi disse : “La nomina è del 1860, più che Capitale della nascita di uno Stato è la capitale di un... concepimento”.A Salemi Garibaldi ebbe il sogno dell’Italia,che sarebbe nata nove mesi dopo.
Perché ci tieni ad essere sindaco, per la terza volta, a Sutri? Ho una singolare idea. Voglio tutti i parlamentari sindaci, per obbligo e gratis, come me, dando lustro a bellezze dimenticate.
Mille sindaci? E perché no? Il M5s, che è depressivo, vuole dimezzare gli stipendi. Io che sono pragmatico voglio triplicare i lavori.
Sindaci-deputati, come in Francia. Parliamo del tuo terzo lavoro, il collezionista d’Arte. Ho appena acquistato un Bastarolo all’asta: 5mila euro. E un Iacopo da Valenza 2200 euro. Il più nobile dei miei impegni. Una Fondazione e un museo.
Cosa pensi delle pensioni? Così il sistema è folle. Pensa che il direttore della reggia di Caserta, Felicori,persona straordinaria, ha vinto il concorso con un contratto da quattro anni. Cosi’Paola Marini,alla Accademia di Venezia.
E allora? Non avevano pensato alla Madia. Quindi lei è lavoratrice per la Fornero e pensionata per la legge Madia.
E come hanno risolto? Con una acrobazia: resterà al lavoro gratis, per un anno, con le responsabilità amministrative messe in capo al ministero.
Come Freccero a Raidue. Esatto. Io da liberale mi chiedo: può funzionare un sistema in cui chi non vuol lavorare è costretto a farlo e chi vuole non può?
Tu fino a quando vuoi lavorare? (Risata). Finché non muoio. Ma guarda che è giusto per chiunque faccia lavori intellettuali. Chi fa lavori usuranti - invece - deve potersi liberare.
Sei stato un dipendente in aspettativa per mandati elettivi. La mia lunghissima aspettativa è stata un risparmio per lo Stato. L’hanno avuta tutti ,e mi pare giusto perché è una regola democratica.
Hai rischiato di morire per i primi acchiacci dell’età. Sarei morto a Roncobilaccio, pensa, una avrei una lapide all’autogrill. Ma mi hanno rimesso il cuore a nuovo, sto meglio di prima.
L’età non si può fermare, malgrado la tua esuberanza. Dici? Pensa al corpo. Prima una ragazza poteva stare con Agnelli, ma nessun ventenne sarebbe con la Montalcini...
Mentre oggi? Le donne hanno prolungato chirurgicamente la loro giovinezza.
Lo pensi davvero? Oggi una donna è scopabile fino a settant’anni. Io nel 1978 stavo con una signora di 37 anni e passavo per un gerontofilo. Oggi potrei amare Fanny Ardant.
Solo per lei, è facile. Tronchetti Provera sposo’ la giovane Afef.E Moravia ottantenne Carmen Llera ventenne.
Grazie. Ma vale anche il contrario donna anziana uomo giovane? Macron ha sposato la sua insegnante,di vent’anni più’grande
Non puoi dire che sei uguale ai tuoi vent’anni! No. Infatti prima ero stitico, adesso vado sette volte al dì.
Ti prego! E la vecchiaia nell’arte? Una grande stimolo. Pensa a Giovanni Bellini che a ottantacinque anni dipinge non Venere ma una giovanissima donna nuda che si specchia.La sua Ruby.
Oppure?
Pensa a Ribera che invece dipinge solo vecchi, carne che cade, rughe. Uno spettacolo di meravigliosa pittura. Giovanni Sarodine dipinge suo padre. Tiziano interpreta la forza interiore dei vecchi e anche la propria ,e dipinge fino a novant’anni.
Se Insulterai qualcuno ,dandogli della “Capra!”,potrà risponderti: “Taci,pensionato!”. Fesseria. Sei vecchio non se accetti un trattamento previdenziale, ma solo se accetti la vecchiaia.