Libero, 6 dicembre 2018
La priorità di Macron è la moquette
Dentro le mura dell’Eliseo, la fortezza della République, tutto prosegue come se niente fosse, come se i gilet gialli e le loro rivendicazioni non esistessero, come se le immagini di violenza che hanno fatto il giro del mondo, mostrando una nazione in ginocchio, fossero uscite da un film di fantascienza. Secondo quanto raccontato ieri dal settimanale Marianne, Emmanuel e Brigitte Macron, la coppia presidenziale di Francia, sarebbero infatti impegnati in questi giorni a rinnovare la maestosa Salle des Fêtes dell’Eliseo, la sala dove si svolgono le cerimonie ufficiali e le cene di Stato. «Siamo in un momento della vita della nazione in cui bisogna investire», ha dichiarato il presidente francese senza troppi pensieri. Costo totale dell’operazione? 600mila euro, la metà dei quali verrà utilizzata soltanto per rifare la moquette. «Costituita da due tonnellate di lana, è stata colorata in Belgio e tessuta alla Manifattura reale del Parco di Aubusson», riferiscono dall’Eliseo. La supervisione dei lavori è stata affidata a Brigitte, la première dame, che qualche mese fa aveva già chiesto un grande contributo ai suoi concittadini, mezzo milione di euro, per un nuovo servizio di piatti in porcellana, scatenando aspre polemiche sullo stile di vita sfarzoso della coppia Macron. Ma come, ci chiedete sforzi economici e spendete 500mila euro per un servizio di piatti? avevano attaccato i francesi, quest’estate, quando il Canard enchâiné pubblicò la notizia. E il nuovo contribuito richiesto per la lussuosissima moquette non farà che aggravare le cose. Era difficile trovare un momento peggiore, con il popolo in fermento e i prefetti che temono una rivoluzione, ma tant’è. Il problema è che anche il primo ministro, Edouard Philippe, si è reso protagonista di un episodio che, vista la situazione in cui versa il Paese, poteva essere evitato. Il giorno del suo compleanno era mercoledì 28, ma l’inquilino di Matignon ha deciso di festeggiarlo sabato sera, 1° dicembre, nel Nono arrondissement di Parigi, mentre la capitale francese bruciava, veniva saccheggiata da orde di casseurs e umiliata in mondovisione. Secondo Marianne, che ha rivelato l’informazione, c’era anche il ministro delle Finanze Gérald Darmanin a stappare lo champagne per i 48 anni del capo dell’esecutivo: ostriche e bollicine, rinchiusi in un appartamento, mentre lì fuori succedeva il caos. È proprio questa disconnessione dalla realtà che l’ex ministro dell’Interno, Gérard Collomb, aveva denunciato, quando si era dimesso in polemica a inizio ottobre. Ieri, sulle pagine del Monde, è tornato ad attaccare l’atteggiamento arrogante del governo verso i territori rurali: un comportamento che ha provocato una frattura con la provincia che rischia di essere irreparabile. La rabbia dei gilet gialli, intanto, è arrivata fino alla cioccolateria Jean-Trogneux di Amiens, di proprietà della famiglia di Brigitte. Il nipote della première dame ha denunciato sul Parisien gli insulti e le minacce ricevute. «Sputano sulla vetrina e sui social hanno minacciato di incendiare la cioccolateria», ha dichiarato. Ora, ci sono telecamere di videosorveglianza e due bodyguard davanti al negozio, ma la tensione resta altissima.