il Fatto Quotidiano, 6 dicembre 2018
Sean Penn fa un film sul caso Khashoggi
Prima era accusato di essere pagato dai governi di sinistra, ora dai Fratelli Musulmani. Il due volte premio Oscar Sean Penn veste di nuovo i panni dell’attivista e vola in Turchia a girare un documentario sull’uccisione di Jamal Khashoggi. E nei paesi arabi si apre il dibattito: sarà vera passione per gli ultimi, per le ingiustizie del mondo, oppure l’ex di Madonna si offre profumatamente per la causa del momento?
La risposta, secondo alcuni media arabi starebbe nei milioni che gli verrebbero offerti per perorare anche questa causa. L’ultimo impegno dell’attore di Milk – prima di quello che lo vede protagonista del doc sul giornalista del Washington Post scomparso a ottobre il cui corpo non è mai stato ritrovato – fu la molto discussa intervista a Joaquin Guzman in arte El Chapo, il narcotrafficante più ricercato al mondo, nel suo nascondiglio, in compagnia dell’attrice, Kate del Castillo. Ora, l’agenzia di stampa di Stato turca Anadolu l’ha “beccato” con tutta la troupe di registi e produttori fuori dal consolato saudita di Istambul mentre effettuavano le riprese del prossimo documentario. In un video pubblicato dai media turchi, si vede l’attore vestito di nero da capo a piedi mentre si rivolge a un cameraman davanti a una barriera della polizia turca che impedisce l’accesso al consolato saudita. Oltre a questo però, neanche sulla stampa locale sono trapelati dettagli. Fatta eccezione per l’incontro che Penn avrebbe avuto con la fidanzata di Khashoggi, Hatice Cengiz, colei che lo ha visto entrare per l’ultima volta nel consolato per ritirate i documenti che gli avrebbero permesso di sposarla e poi non l’ha più rivisto. Penn avrebbe incontrato in realtà anche altre persone informate sul caso. Oltre a questo, sappiamo che l’attore è nella Capitale turca già da qualche giorno e che ancora non è ripartito per gli Usa, dove, tra l’altro, è in atto un durissimo scontro tra i senatori e l’intelligence Usa contro il presidente Donald Trump. Quest’ultimo, infatti, nega che il principe saudita Bin Salman possa avere a che fare con la morte di Khashoggi, mentre il capo della Cia in un report di martedì al Senato avrebbe spiegato anche i dettagli dell’omicidio da parte del principe ereditario. Il solito Penn anti-Trump.