il Fatto Quotidiano, 6 dicembre 2018
Paperone Galliani è il re delle Camere: dichiara 10,6 milioni
Il più ricco dei parlamentari è un illustre esordiente. Non è completa ancora la classifica dei redditi perché non sono chiusi i termini per presentare le dichiarazioni (qui consideriamo l’imponibile 2017), ma il senatore forzista Adriano Galliani, berlusconiano più di Silvio Berlusconi, per quasi trent’anni amministratore delegato del Milan pluridecorato (adesso lo è del Monza in Serie C), con guadagni per oltre 10,6 milioni di euro, appare imbattibile. I documenti consegnati al Senato rammentano peraltro che Galliani non ha smesso con la professione imprenditoriale e dunque è ai vertici di Fininvest Res (immobile) e di Costa Turchese (terreni in Sardegna).
Attorno al podio o comunque in zone alte va collocato l’avvocato dell’ex Cavaliere, Niccolò Ghedini (2,1 milioni). Sempre a Palazzo Madama e sempre nell’organico di Forza Italia va segnalato il reddito di 414.000 euro di Maria Elisabetta Alberti Casellati, presidente del Senato nonché ex membro laico del Consiglio superiore della magistratura, veneta e avvocata come Ghedini. Per chiudere il girone dei legali, ecco Francesco Bonifazi con 397.303 euro, tesoriere del Partito democratico, fondatore di uno studio assieme al fratello di Maria Elena Boschi (l’ex ministra, tra l’altro, ha ripreso l’attività legale proprio con Bonifazi). Andrea Marcucci, il capogruppo gruppo dem, coniuga l’impegno politico con il più remunerativo impegno nelle aziende di famiglia – tra cui Kedrion – e raggiunge la cifra di 717.128 euro. Daniela Garnero in Santanchè, ora con Fratelli d’Italia, nonostante l’assiduo giro di affari e di società, si accontenta di 293.899 euro.
La senatrice Giulia Lupo dei Cinque Stelle, autrice di un ruvido intervento contro il cosiddetto Air Force Renzi e perciò contestata dall’ex segretario dem, s’avvicina ai 15.000 euro. Nel Movimento, soprattutto tra i parlamentari al primo mandato, si segnalano numerosi eletti con redditi piccini o prossimi allo zero. Pier Ferdinando Casini (130.526 euro), che ha debuttato a Montecitorio con la Dc nel 1983, investe i suoi risparmi in poche centinaia di azioni di multinazionali tedesche come Daimler o Allianz. Anche Paolo Gentiloni (123.130) ha un pacchetto di azioni dal valore di circa 300.000 euro tra Eni, Enel, Total, Campari, Luxottica, Amazon, Expedia. L’ex premier, con correttezza, comunica che durante l’anno e mezzo a Palazzo Chigi non ha effettuato operazioni di Borsa.
Il deputato Giulio Centemero (100.000), tesoriere leghista, ha una curiosa quota del dieci per cento in una società bulgara – Dt Consult – che si occupa di esportazione, in particolare verso la Romania. Anziché ricevere un compenso per una consulenza, Centemero ha preferito un pezzetto del capitale sociale. Ettore Rosato (92.870), ex capogruppo dei dem negli anni ruggenti del renzismo, da buon triestino ha affidato un po’ di soldi – parliamo di qualche migliaio di euro – alle assicurazioni Generali con 400 azioni.
Alessio Butti fu arcigno difensore degli interessi di Berlusconi in commissione di Vigilanza Rai. Dopo una breve pausa, in onore della militanza nel Movimento Sociale Italiano, è tornato a destra con Fratelli d’Italia. Di professione consulente aziendale, Butti ha percepito 190.710 euro nel 2017.
I principali protagonisti del Cinque Stelle – i membri del governo – hanno già rispettato la regola della trasparenza con la pubblicazione dei propri dati sul portale del governo all’indomani del giuramento, e quindi in Parlamento non c’è molto da notare. Due casi, però, esistono.
La deputata Lucia Azzolina, siracusana di nascita eletta in Piemonte, insegnante di filosofia con un imponibile di 7.731 euro, è il nuovo volto televisivo del Movimento. Catello Vitiello siede tra i banchi del Misto dopo l’espulsione dai Cinque Stelle perché iscritto a una loggia massonica. Avvocato penalista di Castellammare di Stabia, provincia di Napoli, Vitiello ha chiuso lo scorso anno con 24.266 euro. Adesso andrà meglio. Postilla, non tutti i forzisti sono benestanti: il veneto Dario Bond, deputato, ha un reddito totale di circa 6.000 euro e 0 di imponibile.