Il Sole 24 Ore, 6 dicembre 2018
La Francia al primo posto per pressione fiscale
È la Francia il paese con la maggiore pressione fiscale. Il rapporto sulle statistiche fiscali dell’Ocse, l’Organizzazione per la collaborazione e lo sviluppo economico, segnala una continua crescita del peso delle imposte nell’area dei paesi ricchi e dà al governo di Parigi – in questi giorni al centro delle contestazioni proprio per questioni di tasse – il primato con una pressione pari al 46,2% del pil nel 2017.
Il trend è in crescita, tra i paesi avanzati. Solo nove governi, sostiene l’Ocse, hanno fatto calare la pressione fiscale rispetto al 2009 (Canada, Estonia, Irlanda, Lituania, Norvegia, Slovenia, Svezia e Ungheria). La tendenza è quella di inasprire le imposte sulle imprese e quelle sui consumi, (meno distorsive, queste ultime, ma inique a sfavore dei più poveri).
Nella classifica, l’Italia è sesta, dopo Danimarca, Belgio, Svezia, e Finlandia, con il 42,4% in calo rispetto al 42,6% del 2016 e al 44,1% del 2013. Nel 2000, il rapporto tra tasse e pil nel nostro paese era pari al 40,6%. Sono più alte della media dell’Ocse le imposte italiane su reddito, i contributi sociali, le imposte sugli immobili e quelle su beni e servizi (escluso l’Iva). Sono più basse, invece, le imposte sulle imprese e l’Iva. Il nostro fisco non prevede inoltre tasse (a carico delle imprese) sugli stipendi, presenti in altri paesi.
Tra i paesi con minore pressione fiscale, il Messico (16,2%), il Cile (20,25), l’Irlanda (22,8%) e la Turchia (24,9%). Negli Usa il peso è pari al 27,1%, in Gran Bretagna al 33,3%.