la Repubblica, 6 dicembre 2018
Il viale degli alberi clonati
Gli alberi alieni sono in mezzo a noi. Sono identici agli originali ma in realtà appartengono a un’altra specie. Non è facile identificarlo, ma persino tra gli oltre 2300 esemplari del Viale dei cipressi a Bolgheri, descritto mirabilmente da Carducci, si nasconde un clone piantato di recente: una varietà di cipresso immune dal cancro corticale, una malattia che ha rischiato di eliminarlo per sempre, lui l’albero da strada per antonomasia. E non è finita, perché lungo questa via in Toscana si dovranno eliminare altri 400 esemplari ormai contagiati. E così in Emila Romagna, Lazio e in molte altre regioni dove si è aperta da poco la stagione degli abbattimenti dei fusti malati. L’emergenza vale per il cipresso così come per l’olmo e il platano, quest’ultimo vedetta dei boulevards parigini e una delle specie vegetali più antiche della Terra.
Quindi il patrimonio verde dei viali, così come lo conosciamo, è destinato a svanire. Nuove specie da strada con una super tenuta, immuni alle malattie oggi prendono il posto degli esemplari infetti. «Non avendo ancora trovato una cura per alcune patologie che minano le piante di strada, è necessario sostituirle con un clone di una specie resistente», spiega Francesco Ferrini, docente di Arboricoltura ornamentale all’Università di Firenze, dove si lavora a un database nazionale sulle caratteristiche ecologiche e patologiche degli alberi da viale.
Un luogo di ricerca popolato da alberi replicanti. I platani cresciuti in laboratorio, per esempio, ospitano all’interno del tronco un microchip con informazioni sulla specie e le coordinate della posizione. «Questa varietà si chiama Vallis Clausa e finora si è dimostrata immune dal cancro colorato del platano», prosegue Ferrini, «è stata ibridata e brevettata in Francia e oggi viene utilizzata nel 70 per cento delle sostituzioni».
Perfino a una parte dei platani degli Champs-Elysées, circa 200, è toccato essere rimpiazzati da cloni più robusti. Secondo i dati dell’unico vivaio italiano autorizzato alla vendita di questa super specie, conosciuta come Platanor, nel nostro Paese se ne piantano circa mille all’anno. «È comunque necessario del tempo per verificare se queste specie siano davvero resistenti», continua il docente fiorentino.
«Ci sono patologie, come quella del platano, che si presentano solo in tarda età e in alcuni casi è ancora presto per giudicare le effettive capacità dei cloni più giovani». Le nuove specie di olmo e cipresso sono state sviluppate dall’Istituto per la protezione sostenibile delle piante del Cnr di Firenze. Alla clonazione, c’è comunque un’alternativa. «Per rallentare le epidemie delle piante stradali, ed evitare gli abbattimenti, si potrebbero progettare viali dove coabitano specie diverse», spiega Fabio Salbitano, scienziato forestale dell’Università di Firenze e coordinatore del gruppo di ricerca sul verde urbano della Società italiana di selvicoltura ed ecologia forestale. «Le radici degli alberi comunicano tra loro e sono in grado di trasmettersi patogeni ma quando c’è un’elevata diversità si riduce il rischio di contagio». Il patrimonio verde dei viali alberati non è minacciato solo da tumori e infezioni. «Con i cambiamenti climatici e le città “impermeabilizzate” dal cemento, le specie che hanno bisogno di molta acqua come la Farnia, una varietà di quercia poco diffusa in Italia, rischiano di estinguersi in ambiente urbano», conclude Salbitano. «Per non abbattere questi esemplari sono necessarie opere ambientali per rendere le città più favorevoli al verde. Per esempio per la Farmia, come per altre specie che hanno bisogno d’acqua, si dovrebbe mantenere sempre morbido e poroso il terreno intorno».