La Stampa, 5 dicembre 2018
Tra spread e bancomat gioie e dolori dei neuroni
Quando Matteo Salvini dice che, se sorride, lo spread scende, non ha tutti i torti. «C’è infatti un comportamento emotivo che influenza il mercato, a prescindere da valutazioni razionali».
Pietro Pietrini, direttore della Scuola Imt Alti Studi di Lucca, ricorre alle neuroscienze per rendere più efficaci le scelte d’impresa: ha compiuto un anno l’Innovation Center Lab-Neuroscience, il laboratorio che indaga i comportamenti economici, manageriali e strategici delle aziende. È nato all’interno della Scuola di Lucca in collaborazione con l’Innovation Center, società del Gruppo Intesa Sanpaolo.
«Con la risonanza magnetica oppure con l’elettroencefalografia, per esempio, analizziamo come reagisce il cervello agli stimoli, come li memorizza, che cosa attrae di più l’attenzione. Così misuriamo in modo oggettivo i correlati cerebrali dei processi decisionali ed emotivi che stanno dietro le scelte economiche». Pietrini, psichiatra e neuroscienziato, si occupa da un trentennio di studiare le basi cerebrali delle funzioni mentali nella vita sociale, con implicazioni che si estendono fino al campo forense: sono sue le prime perizie legate alla neuroscienza accettate dai tribunali. Ed è suo anche un articolo su «Nature», risalente al 1994, sulle sequenze di mosse realizzate dai giocatori di scacchi.
Adesso il progetto con Intesa Sanpaolo Innovation Center si concentra sui modelli di apprendimento digitale, sulla formazione del personale bancario e sulla comunicazione con il cliente «per aumentare il livello di consapevolezza delle scelte e ottimizzare la gestione aziendale», spiega Pietrini. L’Innovation Center ha contribuito non soltanto con i propri specialisti ai progetti del primo anno di attività del laboratorio, ma anche con mezzo milione di euro. Tra i temi di studio ci sono i metodi con i quali creare empatia tra il cliente e l’impiegato di banca, facilitando così la comunicazione.
«In base a come si pone e a quali domande fa l’impiegato si può acquistare oppure perdere la fiducia del cliente. E quest’ultimo, d’altra parte, corre il rischio di prendere decisioni sbagliate, perché troppo legate all’aspetto emotivo». Ma, oltre alle emozioni, scattano anche meccanismi automatici che ci condizionano. «È bastato invertire i pulsanti del bancomat che chiedevano se si vuole la ricevuta per risparmiare chilometri di carta, mettendo il “no” come prima risposta». Ma gli studi potrebbero essere usati dalla banca per orientare la comunicazione solo a proprio favore? «In realtà i nostri studi servono anche e soprattutto ai clienti, perché le questioni che affrontiamo danno loro strumenti innovativi e migliori per prendere decisioni in modo più razionale». Del team, non a caso, fanno parte neuroscienziati, economisti, psicologi e analisti di Big Data, oltre s filosofi ed esperti di etica «per dare la garanzia di assoluta trasparenza degli studi».
Il laboratorio metterà a punto protocolli in base a test psicologici e studi sull’attività cerebrale di un campione di soggetti. Misurerà la reazione a stimoli diversi, a un brand piuttosto che a un altro, se questo è memorizzabile o se trasmette un senso di appartenenza, tutti aspetti che per Pietrini definiscono il «cervello sociale». La ricerca, infatti, ha una finalità prima di tutto conoscitiva, ma potrà fornire anche indicazioni per i corsi di aggiornamento dei dipendenti bancari.
«Siamo orgogliosi che Intesa Sanpaolo abbia scelto noi per questa collaborazione tra pubblico e privato, collaborazione che è stata definita un modello dall’Anvur, l’Agenzia nazionale di valutazione universitaria - aggiunge Pietrini -. E la previsione in futuro è di creare spin-off e start-up». L’Innovation Center Lab di Lucca ha prodotto come primo risultato della sua attività un «report» sulle applicazioni delle neuroscienze non solo nel settore business, ma anche in altri ambiti: nel campo medico, nei meccanismi che si attivano nel cervello quando ci approcciamo all’arte, nei processi di apprendimento e in quelli di potenziamento cognitivo e anche nell’universo della creatività.
Oggi le neuroscienze rappresentano una delle frontiere più promettenti della ricerca accanto allo studio delle reti neurali artificiali che, sempre di più, interagiranno con quelle del cervello umano. E tra gli obiettivi di Intesa Sanpaolo Innovation Center c’è proprio quello di «capire meglio l’architettura funzionale del nostro cervello, perché sia di ispirazione anche per gli sviluppi dell’Intelligenza Artificiale, consentendo così di progettare prodotti e servizi digitali a misura d’uomo, capaci di ridurre lo sforzo cognitivo degli individui quando li utilizzano».