La Stampa, 5 dicembre 2018
La soluzione danese: i migranti senza asilo al confino su un’isola
Per anni era ritenuto uno scherzo o, al massimo, un sogno della destra danese per liberarsi una volta per tutte dagli immigrati. Ma, dalle parole stavolta, si è passato ai fatti. Nella legge di bilancio per l’anno venturo, quel sogno è diventato realtà, con lo stanziamento di fondi per dare vita a un centro d’espulsione di stranieri sull’isola deserta di Lindholm. I primi migranti arriveranno nel 2021. La Danimarca ha già intrapreso da tempo una politica di accoglienza restrittiva e il progetto nasce da un nodo irrisolto: cosa fare dei richiedenti asilo respinti che, nonostante il foglio di via, spesso rimangono nel Paese, sfuggendo ai controlli? Mettendoli su un’isola deserta, in attesa di essere rimpatriati, come dice Heino Hahn, esponente del Dansk Folkeparti, «siamo sicuri che non scappano».
A preoccupare i conservatori non sono solo i richiedenti asilo, con la domanda respinta. Ma c’è un’emergenza considerata molto più urgente: da un paio di anni a Copenaghen è in corso una guerra tra bande criminali composte da danesi figli di immigrati, in prevalenza di origine mediorientale, con doppia nazionalità. La lotta per il controllo dello spaccio ha già fatto vittime tra gli abitanti, soprattutto a Nørrebro, quartiere centrale della capitale. Le reazioni sono dure: c’è chi invoca il ritiro del passaporto danese o l’espulsione nei Paesi di origine. In quest’ottica, un’isola potrebbe risolvere alcune complicazioni giuridiche. A tutto ciò va aggiunto il ritorno dei foreign fighter, che hanno lottato per organizzazioni terroristiche all’estero.
Vi sono ancora punti da chiarire sulle modalità di attuazione del progetto.
L’isola, a venti minuti di traghetto dalla costa, fino a poco tempo fa era usata come centro di ricerca per sperimentazioni veterinarie. Chiunque oggi vi metta piede deve poi restare in quarantena per una settimana, lontano dal bestiame. Si ritiene infatti contaminata da varie malattie tra cui peste suina africana, rabbia e afta epizootica, tutte altamente contagiose. Sebbene non pericolose per l’essere umano, possono causare danni enormi all’agricoltura e l’uomo ne può essere portatore. La bonifica richiederà un lavoro significativo.
La proposta è diventata legge grazie al partito di estrema destra Dansk Folkeparti, che sostiene il governo dall’esterno. La formazione politica ha festeggiato l’annuncio pubblicando un cartone animato sui social media in cui si vede un uomo dalla pelle scura, vestito con abiti da musulmano, che viene scaricato su un’isola deserta.
L’opposizione timida
Si tratta di un’isola deserta in mezzo a un’arcipelago che, in estate, diventa meta gettonata degli amanti della vela. L’opposizione non fa le barricate: le critiche sono state più che altro dirette alla fattibilità del progetto. Una cosa è certa: tutti guardano al 17 giugno, data delle elezioni politiche. La storia recente dimostra che, in Danimarca, la mano dura contro gli immigrati porta voti.