Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2018  dicembre 05 Mercoledì calendario

Il Veneto nei luoghi di scrittori e poeti

«Saltarono nel battello e presero il largo, remando lentamente e in silenzio. Un’oscurità profonda, resa densa da una nebbia pestilenziale che ondeggiava sopra i canali, le isole e le isolette, copriva le Sunderbunds e la corrente del Mangal. A destra ed a sinistra si estendevano masse enormi di bambù spinosi, di cespugli fitti, sotto i quali si udivano brontolare le tigri e sibilare i serpenti…»
Pareva di stare lì, sul Gange, a leggere «I misteri della jungla nera», uscito a puntate su Il Telefono nel 1887 di Emilio Salgari. In realtà lo scrittore d’avventura si sarebbe ispirato per descrivere il «delta gigantesco, intricato, meraviglioso» della «madre di tutti i fiumi» al tratto dell’Adige che forma l’isola del Boschetto, a sud di Verona, che «lo scrittore ancora giovanissimo raggiungeva col biciclo» e «indossando a volte un vistoso 
turbante con una piuma di gallina che la sua accesa fantasia immaginava in testa a Sandokan».
Lo scrive, citando tra gli esperti Vittorio Sarti e Silvino Gonzato (sulla scorta delle testimonianze di un amico di Salgari, il conte Cavazzola Mazzanti) il giornalista e scrittore Sergio Frigo, che ne «I luoghi degli scrittori veneti» coglie fior da fiore una varietà di citazioni di grandi autori bellunesi e veneziani, trevisani e rodigini, sui «luoghi dell’anima» dove son nati o cresciuti. 
Dal latinista Fernando Bandini 
(«Cammino sotto polverosi portici. / Il vento delle nuove primavere / incontra vuoti i nidi delle rondini…») ad Andrea Zanzotto («Brilla la finestra del verde lungamente / lungamente composto, sogno a sogno, / orti o prati non so; ma quanta brina / prima ch’io mi convinca, quanta neve») a Giuseppe Berto che descrive il Sile: «Di lì nasceva il fiume. 
Tra gli acquitrini s’apriva una quantità di polle piccole e poco profonde, con un’acqua chiara che continuamente 
filtrava dal fondo erboso e si riuniva in canali, cercandosi senza rumore un passaggio verso il mare»... Fino alla villa bellunese di Dino Buzzati: «Questa la casa dove sono nato, questi i prati dove ho imparato a camminare, le piante tra cui bambino ho combattuto le prime 
battaglie coi pellirosse, le immagini, i momenti, le luci, le voci...». Su tutto, un sentimento. L’amore...