Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2018  dicembre 04 Martedì calendario

Serpenti & Veleni, il mistero sulla morte di Cleopatra

Uno dei più famosi enigmi della storia antica riguarda la morte di Cleopatra. Ancora oggi non è chiaro se abbia utilizzato dei serpenti oppure del veleno. È un tema che incuriosiva e affascinava già gli antichi. Sia Plutarco sia Cassio Dione avanzano l’ipotesi del morso di un serpente, ma anche quella di uno spillone avvelenato. Ecco le loro versioni.
Cominciamo con Plutarco: “Si racconta che l’aspide fu portato con quei fichi, nascosto sotto le foglie: Cleopatra infatti aveva ordinato così, in modo che il serpente l’attaccasse senza che lei se ne accorgesse (infilando il braccio nella cesta per prendere un fico, nda); ma quando tolse i fichi, lo vide e disse: ‘Era qui dunque’. E, denudato il braccio, l’offrì al morso dell’aspide. Altri dicono che l’aspide fosse custodito in un orcio e che quando Cleopatra lo provocò e lo irritò con un fuso d’oro, saltò fuori e le si attaccò a un braccio”.
Nessuno, tuttavia, conosce la verità, sostiene l’antico biografo, che però avanza un’altra ipotesi molto interessante, quella del veleno.
“C’è anche una terza versione, cioè che Cleopatra tenesse del veleno in uno spillone cavo nascosto tra i capelli. Eppure sul suo corpo non apparve alcuna macchia né altro segno di veleno. Certo il serpente non fu visto dentro la stanza, ma ci fu chi asserì d’aver notato una sua traccia dalla parte del mare, dove guardavano le finestre della camera; altri sostengono che sul braccio di Cleopatra furono osservate due punture leggere e pressoché impercettibili”.
Anche Cassio Dione ammette che nessuno sa con certezza come sia morta l’ultima regina d’Egitto: “Alcuni dicono che si sia fatta mordere da un aspide, recatole dentro una brocca o un vaso di fiori. Altri affermano che avesse unto una spilla che soleva portare nei capelli con uno speciale veleno, che non faceva alcun danno al corpo, ma che avrebbe arrecato una morte rapida e nient’affatto dolorosa appena avesse toccato una piccola goccia di sangue: fino ad allora aveva tenuto la spilla sul capo, come al solito; in quel momento, fattasi una piccola puntura sul braccio, la mise a contatto col sangue.”
Allora, come stanno le cose? A uccidere Cleopatra – e su questo tutte le fonti concordano – è stato un veleno. Il problema è stabilire se si tratti di un veleno naturale (per esempio quello di un serpente) o “artificiale” (preparato mescolando vari ingredienti).
Oggi gli studiosi tendono a escludere la tesi del serpente, che con ogni probabilità sarebbe comunque stato un cobra egiziano e non un aspide, come generalmente si crede. Il cobra Naja non uccide però all’istante; il morso, estremamente doloroso, richiede molti minuti o anche ore per portare a una morte che avviene in modo terribile: tremore, sudorazione, palpitazione, paralisi parziale, vomito, diarrea… Un modo di andarsene poco “elegante” per una regina.
Sappiamo che gli uomini di Ottaviano arrivano piuttosto rapidamente e non vedono alcun segno di grave avvelenamento sul corpo di Cleopatra. Senza contare che i cobra sono serpenti di grandi dimensioni (1,5-2 metri di lunghezza), e avrebbero dovuto vederli nella stanza, perché essendo morte anche Eiras e Carmione, doveva essere stato utilizzato più di un serpente, se non altro per essere più rapidi. Secondo Plutarco e Cassio Dione sono state rinvenute solo vaghe tracce vicino alle finestre che davano sul mare. Infine, va sottolineato un aspetto fondamentale: non è detto che il serpente nel suo morso inoculi una dose sufficiente di veleno per uccidere.
È quindi assai più logico pensare che Cleopatra sia stata avvelenata in un’altra maniera. Ecco allora che entra in scena un veleno di sintesi, cioè preparato apposta da qualcuno. E se fosse stata la stessa Cleopatra a farlo? Sappiamo dagli antichi che era un’ottima conoscitrice di veleni. E se non fu lei a realizzare un veleno mortale, potrebbe essere stato il suo medico personale, Olimpio. In questo caso, quale tipo di sostanza avrebbe utilizzato Cleopatra? Secondo lo storico greco Strabone, Cleopatra si sarebbe cosparsa il corpo con un unguento velenoso non meglio specificato. Galeno, grande medico di età romana, sostenne che si sarebbe invece prima morsa la pelle, creando una ferita dove poi avrebbe versato del veleno di serpente. Ma se così fosse, la ferita sarebbe stata ben visibile, mentre invece, grazie a Plutarco, sappiamo che l’unico segno trovato sul corpo di Cleopatra sono state due “punture leggere e pressoché impercettibili”.
Di recente, gli studiosi tedeschi Christoph Schaefer (storico dell’antichità) e Dietrich Mebs (tossicologo) hanno avanzato l’ipotesi che Cleopatra abbia bevuto un liquido velenoso a base di oppio, aconito e cicuta. Si tratta di ingredienti capaci di far scivolare piuttosto rapidamente la persona in un coma mortale senza però farle avvertire alcun dolore.
Va detto tuttavia che anche questi veleni naturali finiscono spesso per lasciare delle tracce sul corpo delle vittime. La cicuta per esempio porta, in un secondo tempo, a un pallore della pelle che tira all’azzurro, non di rado con macchie rossastre. Mentre l’aconito provoca spesso un’eruzione cutanea. Inoltre, il fatto che queste tracce non compaiano sempre oppure non subito, potrebbe essere compatibile con il racconto degli antichi. Tutto, insomma, farebbe pensare che Cleopatra abbia utilizzato se non proprio questo preciso cocktail di veleni, una miscela simile, perché rapida, sicura, non eccessivamente dolorosa, senza troppi effetti collaterali.
Il professore statunitense Alain Touwaide, storico ed esperto di medicina antica, ritiene che all’epoca di Cleopatra non ci fosse l’abitudine di mescolare veleni di origine vegetale: quello che sappiamo di sicuro è che la regina era una vera esperta in materia. Ma se non è stato un serpente, come mai questa tesi ha avuto così tanto successo nelle epoche no a oggi?
In gran parte la ragione è da collegare alla volontà di Cleopatra di identificarsi con Iside, una divinità legata anche al veleno (in grado di uccidere con esso ma anche di guarire dagli avvelenamenti). Inoltre per secoli i sovrani egizi hanno avuto un collegamento stretto con i serpenti in generale e con il cobra in particolare, si pensi all’ureo a forma di cobra addirittura sulla fronte di Cleopatra. Lo stesso Ottaviano ha contribuito alla diffusione di questa leggenda. Infatti, secondo Plutarco, durante il corteo trionfale a Roma, fece sfilare un quadro o una statua di Cleopatra con un serpente addosso.
E allora ecco la possibile spiegazione (del tutto ipotetica visto che non abbiamo prove): Cleopatra ha fatto nascondere questo veleno nella stanza dove morirà, oppure lo ha fatto pervenire dalla sua corte (nella cesta allora si può ipotizzare che non ci fossero serpenti ma flaconcini di veleno concentrato). Prima di suicidarsi ha chiesto ai suoi di far circolare la storia dei serpenti, in linea con la sua identità di Iside, e soprattutto di grande effetto “mediatico”. E aveva ragione, perché è subito nata la leggenda della sua morte, che ancora oggi ricordiamo.