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 2018  dicembre 04 Martedì calendario

Imprese familiari, per il management solo parenti

Tra le imprese familiari italiane, in sette su dieci l’intero management è espressione della famiglia, invece di essere reclutato sul mercato, come accade in prevalenza tra i competitor esteri. Lo evidenzia una ricerca realizzata da the European House Ambrosetti per Federmanager che ricorda il peso delle nostre Pmi – producono quasi il 40% del valore aggiunto del manifatturiero (contro il 22% medio di Francia, Germania e Spagna) e il 50% degli occupati del settore (contro il 30% medio di Francia, Germania e Spagna) -, imputando al «gap di managerializzazione delle nostre piccole e medie imprese» le performance pegiori sotto il profilo della produttività, rispetto alle altre nazioni.
La qualità del management è direttamente proporzionale alla dimensione delle imprese, sostengono i ricercatori, quindi più un’impresa cresce, più tende ad utilizzare figure specializzate. La presenza di un ampio numero di imprese familiari con un intero management espressione della famiglia, ha un impatto sul basso livello di meritocrazia, e sulla presenza di una cultura della lealtà e della fidelizzazione. Secondo la ricerca, «in assenza di politiche che favoriscano in modo significativo la crescita dimensionale delle aziende italiane, sarà difficile fornire al sistema produttivo una delle risorse chiave per invertire la tendenza», ovvero «la competenza gestionale indispensabile per competere adeguatamente». La ricerca ha sondato 1.631 iscritti a Federmanager sulle competenze del “bravo manager”: «Lo studio – spiega il presidente di Federmanager, Stefano Cuzzilla – ci conferma la propensione dei nostri colleghi a prendere decisioni in tempi rapidi e la voglia di innovare. C’é un’attenzione particolare a valori di responsabilità e trasparenza, condivisione e comunicazione, ad indicare che nel futuro il manager sarà sempre più un “leader” e meno un “capo”».