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 2018  dicembre 02 Domenica calendario

Le grandi amanti: storia di Caterina de’ Medici

Caterina aveva sposato a 14 anni Enrico, l’erede della corona di Francia, e tre anni dopo aveva scoperto che lui la tradiva. È lei stessa a raccontarlo così nelle sue Memoires: «All’inizio il nostro matrimonio non era felice, ma a conti fatti era accettabile. Da parte mia non c’era entusiasmo e lui compiva i suoi doveri coniugali solo per cortesia. Andò avanti così fino alla mattina in cui seppi che Enrico non aveva dormito con me perché aveva passato la notte con la sua amante. La quale, raggiante, andava dicendo a tutti quello che il re le ripeteva: Come rimpiango il tempo che ho perso a desiderare questa donna prima di fare di lei la mia amante!?». Dalle sue dame di compagnia Caterina apprende che la donna che ha fatto perdere la testa a suo marito «con una notte di sfrenate invenzioni amorose» è la trentaseienne Diana di Poitiers. Sa anche che la loro relazione dura da anni ma tace fino al 1547, l’anno in cui Enrico sale al trono e lei diventa regina. Solo allora, infatti, con grande spregiudicatezza Caterina convoca nei suoi appartamenti quella che apertamente chiama «la puttana del re». Perché lo fa? Perché, realisticamente, pensa che scontrandosi con lei perderebbe la partita, mentre fingendo di trovare un accordo riuscirà a eliminarla. Sarà, quella di Caterina, una lunga e paziente opera tanto più che, non essendo riuscita per dieci anni a dare il sospirato erede al marito, deve piegarsi a continui compromessi. Il più cocente di tutti le cade addosso quando, durante una campagna militare contro il ducato di Milano, Enrico II ha una figlia da un’italiana la quale, in un successivo incontro con lui a Parigi, rimane di nuovo incinta. Stavolta viene al mondo un maschio e a corte si cominciò a dire apertamente: «Caterina sta per essere sostituita da un’altra italiana». Due donne, dunque, e adesso addirittura tre, accanto al re oltre a sua moglie. E mentre Diana di Poitiers sale sempre più in alto, Caterina subisce un altro duro colpo. L’artefice del suo matrimonio, Papa Clemente VII, muore e il suo successore Paolo III sospende il versamento della sua astronomica dote: 50 milioni dei nostri euro ogni mese.

NOSTRADAMUS
Consolatrice e consigliera di Caterina, con i suoi 19 anni più di lei, diventa inaspettatamente Diana di Poitiers. Ed è lei che le dice: «Non devi arrenderti. C’è un uomo che riuscirà a guarirti dalla sterilità». L’uomo che Diana introduce a corte è Nostradamus, un astrologo-indovino conosciuto in tutta la Francia e anche fuori di essa. Alcune delle sue celebri Centurie avevano creato attorno a lui un’aura di mistero e ammirazione e Caterina, affascinata, gli si affida senza riserve. Lui comincia con l’eliminare l’amuleto propizia-figli a base di cenere di rana e testicoli di maiale che lei portava al collo giorno e notte. Quindi le spiega il motivo della sua sterilità: a causa di una malformazione, non può ricevere il seme del marito. Nessuno ha mai saputo a quale intervento ricorse Nostradamus. Fatto sta che la regina, rimasta incinta, diede alla luce il primo dei suoi dieci figli. La successione al trono di Francia era assicurata e per due mesi vi furono grandiosi festeggiamenti. Ancora più grandiosi furono i banchetti che la regina italiana, fattasi raggiungere a Parigi dai cuochi e dai pasticcieri della corte medicea, imbandì dettando lei stessa le ricette dei menù. È stato scritto: «La sfarzosa ma rozza cucina francese divenne raffinata grazie al suo intervento. Oltre alle squisitezze inventate per il suo bisnonno paterno, Lorenzo il Magnifico, Caterina portò alla corte francese il galateo della tavola. La più famosa fra le novità da lei introdotte è la forchetta, prima di allora sconosciuta. L’attenzione ad essa riservata nei trattati di storia e di costume è superata solo da quella per un’altra «trovata» di Caterina, stavolta nel campo dell’abbigliamento. In Francia, prima di lei, le mutande non esistevano. Lei le rivelò al mondo durante uno dei pranzi di gala indetti per la nascita dell’erede, quando sollevò le gonne e mostrò l’indumento, prima d’allora mai visto.

LA VEDOVANZA
Ma come ha inizio la leggenda della «regina nera»? Predetta da Nostradamus nelle sue Centurie, la morte raggiunge Enrico II nel 1559 (10 luglio 1559). Vediamo in quali circostanze. Il re ha 40 anni quando la figlia Elisabetta va sposa a Filippo II di Spagna. È stata Caterina a combinare il matrimonio con l’obiettivo di mettere fine alle guerre tra Francia e Spagna, che si protraggono da anni. Per le nozze viene organizzato un torneo e la regina impallidisce quando il marito le dice che si batterà contro il capitano delle sue guardie, il giovane scozzese Montgomery. «Guardati bene dal farlo», lei lo supplica; e allorché il re le chiede il perché di tanta preoccupazione, gli rivela quello che ha scritto Nostradamus: «Il giovane leone vincerà il vecchio/Sul campo dello scontro in singolare tenzone/Nella gabbia d’oro gli sfonderà gli occhi». Enrico II, che considera Nostradamus poco più di un ciarlatano, scoppia a ridere. Il torneo ha inizio e in una cronaca del tempo si legge: «Una scheggia della lancia di Montgomery andò a conficcarsi, attraverso la gabbia d’oro dell’armatura, nell’occhio del vecchio leone, che dieci giorni dopo si spense fra atroci sofferenze nelle braccia della moglie». Da quel momento Caterina indossa solo abiti neri e quando al trono sale il suo timido primogenito, Francesco II, si impadronisce di tutto il potere. È lei a decidere sempre e tutto. Uno dei suoi primi atti consiste nel sequestro dei gioielli della Corona regalati dal marito a Diana di Poitiers. Priva poi la rivale anche del castello, lasciandole soltanto il giardino delle rose: si è finalmente vendicata di lei.

LA «STREGA»
«Questa donna è una strega» era la frase che a corte correva di bocca in bocca. L’accusa divenne esplicita quando, dopo un solo anno di regno, Francesco II morì e gli succedette il giovanissimo fratello Carlo IV. Più risoluta e temibile che mai, nella sua qualità di reggente Caterina organizza le nozze di Carlo con Elisabetta d’Asburgo. Nello stesso tempo fa eleggere re di Polonia un altro dei suoi figli, Enrico. Non ancora paga, dà in sposa la corrotta e dissoluta figlia Margherita – la futura celebre «regina Margot» – a Enrico di Navarra. Siamo al 1572, l’anno della strage degli Ugonotti. In poche ore vengono massacrati più di 200 nemici dei cattolici sostenuti da Caterina, accusata di avere ordinato la carneficina. Sulla vita della «regina nera» circolano pesantissime voci: corrotta oltre ogni immaginazione, per anni ha nascosto un’esistenza spregevole arrivando a far uccidere i suoi moltissimi amanti. Quando Caterina, a 70 anni, muore, le viene attribuita perfino una relazione incestuosa con il più forte e longevo dei suoi dieci figli, Enrico III. «Anima dannata e corpo torturato dalla lussuria e avvelenato dall’odio», viene definita, e così passa alla storia. Assieme, occorre dire, alle sue invenzioni gastronomico-culinarie arrivate fino a noi. Per esempio: il canard à l’orange (l’anatra all’arancia), le crepes suzette, l’omelette au fromage e la béchamelle, dal nome del suo cuoco di fiducia Louis Béchamel.