la Repubblica, 2 dicembre 2018
Gli insulti a Scirea a una giovane arbitra
Scirea brucia all’inferno! Heysel – 39. Queste scritte su un muro, fuori dallo stadio di Firenze, sono l’ignobile risposta a una settimana spesa a parlare di civiltà negli stadi, di fairplay, di partite da interrompere in caso di cori offensivi. Era dunque un’illusione l’applauso dei tifosi fiorentini alla Juve e a Chiellini, il capitano, che portava una corona di fiori al funerale dell’altro capitano, Davide Astori. L’illusione che i vivi rispettano chi rispetta i morti. L’illusione che la bestialità avesse fatto un passo indietro. Il giorno dei funerali sì, l’ha fatto, ma ieri ha fatto tre passi avanti, in una zona fangosa e buia dove si trova normale spedire all’inferno Scirea, un calciatore che tutti gli stadi hanno applaudito e amato per la sua correttezza, quasi incredibile in un difensore. Ma Gaetano era così bravo, calcisticamente, da non aver bisogno di essere cattivo. Quella scritta sul muro è un’infamia. I fiori per Astori Chiellini li ha portati anche ieri, e poi ha segnato il 2-0. Purtroppo, finché non si studiano rimedi più severi, anche l’ignoto autore delle scritte a modo suo ha vinto. Una bravata? Strano modo di definire la cattiveria. Di fronte all’indignazione di tante persone e al dolore di Mariella Scirea e di suo figlio Riccardo, che era sul pullman della Juve e ha letto le scritte, nulla cambierà. L’anonimo non rischia nulla, non ha commesso reati se non un risibile imbrattamento. Se al reato di incitamento all’odio razziale fosse affiancato quello di incitamento all’odio sportivo forse si otterrebbe qualcosa, ma è desolante vedere che ogni appello al buon senso, alla ragione, a una convivenza civile sia calpestato e deriso. Ovviamente, non solo a Firenze. Viene in mente il “10, 100, 1.000 Paparelli” sconciamente fiorito sui muri di mezza Roma, e il figlio di Paparelli che girava di notte a cancellare le scritte. Domenica scorsa, giornata mondiale contro la violenza sulle donne. A Bassano del Grappa si gioca la partita di Seconda categoria tra Marchesane e Real Stroppari. Arbitra Sara Semenzin, della sezione di Castelfranco Veneto. Al 37’st espelle l’allenatore del Real, James Roggia che «reagisce in modo quantomai inconsulto, con espressioni finanche ingiuriose, per rincarare la dose poi, al termine della gara». Terminata 3-2. Gara burrascosa, con due espulsi oltre all’allenatore ospite. Trascrivo dal comunicato del Giudice sportivo: “Il subbuglio, apparentemente raffreddato dalle due espulsioni, è ripreso con inaudita violenza e meschinità quando, entrata nello spogliatoio la Direttrice di gara, i facinorosi protagonisti si sono sentiti liberi di esternare senza limiti la loro violenza verbale contro la Direttrice stessa senza il rischio di essere identificati, trasformandosi addirittura in tumulto per l’assalto della tifoseria alla recinzione del campo e così sia dall’interno che dall’esterno degli spogliatoi sono volate queste letterali espressioni corali, replica comunque di quanto le tifoserie avevano urlato dagli spalti per buona parte della gara: Rincoglionita, stupida, troia, handicappata, pagliaccia, ritardata, femena de merda, stai a casa a fare i ferri, cretina, cambia lavoro, ti aspetto fuori casa, troia, vedrai dopo cosa succede”. Multa di 300 e 250 euro alle due società per non essere intervenute. Squalifica per 5 giornate a Zouhair (Real) per aver colpito con un pugno un dirigente della Marchesane, di 4 a Zanovello (Marchesane) che aveva colpito con un pugno un avversario (Anziliero, 3 giornate) che aveva definito la società ospitante “un branco di pagliacci handicappati”. Per atteggiamento violento e irriguardoso nei confronti della Direttrice di gara, squalifica fino al 30 giugno 2019 per l’allenatore Roggia. Ringrazio il lettore M.T. di Treviso per la segnalazione: due squadre e uno stadio, per quanto piccolo, contro una ragazza di 19 anni. Ci vuole un bel coraggio. Qualche lucina di minoranza arriva dalla provincia di Como: partita del campionato Giovanissimi tra Villaguardia e Cittadella. Sullo 0-0 l’arbitro concede al Cittadella un rigore molto dubbio, se non proprio inesistente. L’allenatore Massimo Maiorano si consulta con Politi, dirigente accompagnatore, che è d’accordo con lui: quel rigore non va realizzato. E infatti il ragazzo, Riccardo Sergi, lo calcia fuori. Nel secondo tempo, sullo 0-2, rigore altrettanto dubbio per i padroni di casa. Il tiratore centra la traversa e poi segna, il gol sarebbe da annullare ma non è annullato. Alla fine, 2-1 per il Cittadella. Alla fine, all’Aja, chissà. Dal 26 ottobre nella parrocchia di Bethel decine di pastori protestanti celebrano messe senza interruzione. La parrocchia ha dato asilo alla famiglia Tamrazyan, armena: padre, madre e tre figli di 21, 19 e 15 anni. Dovrebbero essere rimpatriati, dopo otto anni di residenza in Olanda. Secondo la legge olandese, le autorità, polizia compresa, non possono entrare in una chiesa se è in corso una funzione religiosa. Ecco spiegata la staffetta, o maratona, che può durare mesi. Ma gli uomini e le donne di buona volontà non hanno paura del futuro. È un’arma fortissima.