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 2018  dicembre 02 Domenica calendario

I cinghiali emergenza nazionale

Nei giorni scorsi il ministro delle Politiche Agricole Gian marco Centinaio ha incontrato gli assessori regionali all’Agricoltura per affrontare «la problematica degli animali selvatici» perché «è indubbio che sta diventando non più solo un problema per l’agricoltura ma anche di ordine pubblico, penso ai cinghiali, agli ungulati, ai cormorani, alle nutrie: ce ne sono tanti». E fanno danni, almeno secondo le organizzazioni agricole. Secondo la Cia-Agricoltori italiani «negli ultimi cinque anni gli ungulati imperversando su campi, vigneti e mezzi strumentali abbiano prodotto danni per oltre 300 milioni di euro». Una cifre che non tiene conto dell’impatto deli incidenti stradali. «Il problema – spiega Dino Scanavino, presidente Cia – le domande di rimborso gestite a livello regionale non arrivano a coprire neanche il 10% delle perdite reali, anche in considerazione del fatto che molti agricoltori rinunciano ad attivare le pratiche quando le conseguenze subite non sono molto rilevanti».
Dal suo punto di vista «il problema degli animali selvatici, cinghiali e altre specie è tutt’altro che risolto perché sono ancora fuori controllo. Si registra un sostanziale flop delle misure e delle norme adottate in materia, con un saldo negativo che grava in primis sulle imprese». Per questo è urgente che le «Istituzioni intervengano, trovando le opportune soluzioni, tra queste una norma ad hoc, che preveda un piano operativo, modificando la legge del 1992». Per la Cia «la riduzione selettiva dei cinghiali non può essere affidata ai cacciatori, l’abbattimento dei capi o la loro cattura, deve essere praticato da personale dipendente dalle Amministrazioni, personale d’istituto o il cosiddetto personale in divisa».
Anche Ettore Prandini, presidente della Coldiretti, si dice convinto che «la sicurezza nelle aree rurali e periurbane» sia «in pericolo per il loro proliferare con l’invasione di campi coltivati, centri abitati e strade». Dal suo punto di vista «non è più solo una questione di risarcimenti ma è diventato un fatto di sicurezza delle persone che va affrontato con la dovuta decisione» anche perché «si aggiungono oggi i problemi di carattere sanitario dopo i primi casi di peste suina in Europa di cui i cinghiali possono essere un pericoloso veicolo di diffusione che va fermato anche con piani di abbattimento preventivi controllati».
Si spiega così perchè il ministro Centinaio, intervenendo nei giorni scorsi all’assemblea annuale della Cia ha annunciato la decisione di chiedere «al ministro Costa (Ambiente), all’Ispra e agli assessori regionali di sederci attorno a un tavolo» a cui dovranno partecipare anche il «ministro della Sanità e quello per i rapporti con le regioni. Il nostro obiettivo è di risolvere i problemi».
Si vedrà. Quel che è certo è che un’azione di contrasto servono fondi. E in Parlamento la Lega sta lavorando per presentare un emendamento alla legge di bilancio per dare più risorse alle Regioni per risarcire i danni causati dalla fauna selvatica. La richiesta arriva soprattutto dalla regioni del Nord Italia e nel corso dell’assemblea del gruppo leghista di Montecitorio si sarebbe valutata l’ipotesi di creare un fondo nazionale ad hoc. Ma la discussione è aperta e frenano gli animalisti del governo, soprattutto tra le file del M5s.I deputati della Lega invece pensano ad un piano di abbattimento selettivo degli animali che danneggiano le coltivazioni.