La Stampa, 2 dicembre 2018
Il M5s metterà da parte Di Maio e lo sostituirà con Conte
Che siano vicine o lontane, le prossime elezioni politiche portano con sé un elemento certo e di grave preoccupazione per il Movimento 5 stelle. Il limite dei due mandati, imposto dalle regole del partito, provocherà la decimazione della classe dirigente grillina. E la testa più pesante a cadere è destinata ad essere quella del capo politico, Luigi Di Maio. Per questo, preparare il terreno alla prossima leadership è una necessità. E se a guidare le idee – come spesso accade nel Movimento – sono i sondaggi, gli indici di popolarità, gli umori del web, allora il nome del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, rappresenta la novità positiva più interessante per gli strateghi pentastellati.
Conte sta diventando, in termini di consenso, il vero anti-Salvini del Movimento 5 stelle. Secondo gli ultimi sondaggi di Emg, il gradimento nei suoi confronti, arrivato al 46 per cento, è ormai superiore a quello di Di Maio, fermo al 43, e sfiora il leader leghista che raccoglie il plauso di 49 italiani su 100. Non solo. L’idea di una guida in continuità con la presidenza attuale piace anche alle truppe parlamentari M5S. Le sue radici, lontane dal movimentismo grillino (dichiarò di non aver mai votato per i Cinque stelle), un tempo sarebbero state un ostacolo. «Ma ormai non si può più considerare come un estraneo – dice il sottosegretario M5S di Palazzo Chigi, Vito Crimi – Si è totalmente integrato nel Movimento e in quello che il Movimento rappresenta culturalmente».
L’immagine sapientemente costruita del «leader silenzioso, pacato, fermo, piace a noi e agli italiani», ragiona il tesoriere M5S Sergio Battelli, «e funziona perché non viene percepito come un politico». All’interno del governo, spiega il senatore M5S Gianluigi Paragone, «ci sono due elementi caratteriali forti e diversi tra di loro, Luigi e Salvini, e poi c’è Conte, un uomo d’ordine che detta i tempi, un regista che completa la squadra». L’idea che il presidente del Consiglio possa però diventare sempre di più l’uomo da contrapporre alla Lega è concreta. «È lui – racconta Battelli – che riesce ad arginare gli eccessi dei leghisti quando, come spesso accade, Salvini si spinge oltre gli accordi sanciti dal contratto».
Le regole interne dei Cinque stelle, oltre a imporre il limite del doppio mandato, definiscono anche i criteri con cui si conquista la guida del partito. La votazione online che portò Di Maio sul trono ebbe il sapore della democrazia bulgara, ma da quelle stesse primarie interne dovrà passare anche Conte. Non un problema. «Di certo non avrebbe problemi a superare le parlamentarie», scommette Paragone. Che allontana l’idea di dare l’addio a Conte una volta finita la legislatura. E accarezza l’ipotesi di una sua futura candidatura: «Non butterei via l’esperienza che ha maturato da presidente del consiglio». L’ultimo interrogativo sarà il «modello di Movimento» che i vertici decideranno di portare alle prossime elezioni. Se di lotta, lontano dalla figura dell’avvocato Conte, o di governo. Fermo e pacato.