Corriere della Sera, 30 novembre 2018
In video l’ospite non puzza: i tronisti della politica nei talk
In video, dopo tre giorni l’ospite non puzza, anzi. Dopo tre giorni diventa paesaggio televisivo. Cari signori dei talk show, eletta schiera, voi conduttori, voi personaggi austeri, militanti severi, chiedo scusa a vossìa, ma il problema va affrontato una volta per tutte perché la vostra responsabilità è grande, grandissima. Su un taccuino conservo ancora il nome di chi ha invitato per la prima volta in tv Mario Giordano, Renata Polverini, Barbara Lezzi.
I talk sono tanti, ogni giorno bisogna reclutare ospiti, qualcuno che dica qualcosa, ed è un lavoraccio.
È vero che, da quando la tv si è messa in testa di celebrare l’uomo comune, la fila per essere invitati si è fatta sempre più lunga, ma le necessità dei talk sono altre. È vero che i politici vanno gratis per definizione; idem per gli esibizionisti e i narcisisti. Alcuni pagherebbero per essere invitati. Ma resta un lavoraccio: bisogna trovare qualcuno che sia sempre disponibile, mattina e sera, trovare nuovi esponenti dei legastellati (il territorio è vasto e inesplorato), trovare personaggi che non penalizzino l’audience (problema fondamentale), trovare il «picchiattello» di turno che faccia parlare di sé. Bisogna anche trovare il cretino in malafede che agiti i social.
Cari conduttori, eletta schiera, voi conoscete di certo la «legge Marzullo» messa a punto negli anni 80 (se tu mostri in video una faccia per giorni 28, come un ciclo lunare, quella faccia diventa di famiglia). Oggi le «ore di volo» si sono ridotte: ma la tv è pur sempre abitudine, ripetizione, assuefazione. In un talk c’è Davigo, in un altro Rinaldi, in un altro ancora la Castelli… Aiuto!
Cari conduttori, eletta schiera, la vostra responsabilità è senza limiti. Certi ospiti dei talk sono i tronisti della politica e rischiano di «inquinare i pozzi della democrazia». Esistono le esigenze dell’audience, okay, ma esiste ancora qualcosa di più importante: la buona salute.