Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2018  novembre 30 Venerdì calendario

«La lite di Corona con Ilary in tv? C’era un accordo»

Una commedia. La lite tra Ilary Blasi e Fabrizio Corona, con scambio reciproco di battute al vetriolo, che ha tenuto banco sui siti, sui social e sui settimanali di gossip altro non era che una pantomima con l’unico scopo di spingere in alto gli ascolti del Grande Fratello vip su Canale 5. A dirlo è un documento ufficiale depositato agli atti del procedimento in cui il Tribunale di Sorveglianza di Milano deve decidere se confermare o no l’affidamento terapeutico dell’ex re dei paparazzi.
Per l’accusa, rappresentata nell’udienza di lunedì scorso dall’avvocato generale dello Stato Nunzia Gatto, numero due della Procura generale, Corona deve tornare in carcere perché è stato un «fallimento» l’affidamento che gli era stato concesso a febbraio per disintossicarsi dalla dipendenza psicologica dalla cocaina. Di conseguenza, dovrebbe rimanere dietro le sbarre almeno fino al giugno 2022, quando terminerà la lunga pena accumulata negli anni nei diversi processi che lo hanno visto imputato.
Questo perché ha commesso una serie di violazioni alle prescrizioni legate al programma di recupero, come rientrare a casa o in albergo oltre gli orari prefissati, o non essersi presentato alcune volte alle forze dell’ordine per i controlli, l’incontro con un pregiudicato o la gestione della società Atena, che è intestata alla madre e per la quale dovrebbe solo lavorare. L’attenzione dell’accusa punta in modo specifico anche alle ospitate in tv e all’uso dei social media che impegnano incessantemente Corona ma che non possono essere assolutamente considerati, viene spiegato, al pari di un’attività lavorativa se, come è avvenuto durante la trasmissione del 25 ottobre scorso del Grande Fratello vip, sfociano in una lite violenta di fronte alle telecamere.
Ogni volta che Corona compare in video, la sua presenza basta a far aumentare ascolti e clic su internet che si alzano ancora di più quando si abbandona a una delle sue intemperanze. Come è accaduto per la lite con Blasi che ha fatto il pieno prima in tv e poi è stata vista oltre 826mila volte solo sul profilo Instagram di Corona, seguito da 1,2 milioni di persone. È la difesa a spiegare ai giudici (presidente Giovanna Di Rosa, relatore Simone Luerti) perché per Corona andare al Grande fratello Vip è lavoro vero. In una memoria depositata agli atti, si legge che il suo intervento «in trasmissione e la successiva querelle con Ilary Blasi erano evidentemente frutto di un accordo al fine di incrementare gli ascolti di una trasmissione che non stava dando i risultati sperati», cosa che si può evincere, secondo i legali, anche da un video diffuso in rete in cui Corona pare studiare una parte. A conferma la difesa sottolinea che questo è dimostrato anche dal fatto che non c’è stata «alcuna formale denuncia» contro Corona né per la lite con la moglie di Francesco Totti, né per i danni che ha causato dopo la trasmissione a un camper della produzione in un’esplosione di ira.
Quanto ha guadagnato nelle ultime settimane per fare il «Corona» in tv? Lo dichiara lui stesso ai giudici: 35 mila euro dal Grande Fratello Vip; 15 dalla Repubblica delle donne su Rete 4; 50mila per due presenze a Verissimo di Canale 5. Parla anche di «Non è l’Arena» su La7, ma senza specificare il compenso. Alla fine, per le ospitate ha incassato «attorno ai 200 mila euro», tutti regolarmente fatturati dalla Atena che sfrutta i suoi diritti di immagine e gli dà lo stipendio. La difesa chiede al Tribunale di distinguere il personaggio pubblico dal Corona privato, a favore del quale ci sono tutte le relazioni positive dei servizi che dicono che sembra essersi incamminato in un percorso di recupero nelle quali, però, la Procura generale non trova traccia di molte delle violazioni che ha accertato.