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 2018  novembre 30 Venerdì calendario

Ritratto di Guido Crepax da piccolo. “Mio padre era un predestinato”

Mi piacerebbe un album fatto tutto da me, ma il guaio è che non so fare bene le donne. Diana è molto carina, potrei copiarla. Anzi, no. Non devo copiare. Devo fare tutto da solo». È il 1944, Guido Crepax ha 11 anni, è a Venezia sfollato con la famiglia da Milano e sta scoprendo la sua vocazione. Le frasi sono tratte dai diari che il futuro creatore di Valentina (e pensare che credeva di non essere capace di disegnare le donne) tenne dal ’42 al ’46: poi rielaborati, nel 1981, in una storia che si chiama Le Zattere. Guido è un bambino di guerra innamorato dei fumetti americani, e la Diana a cui fa riferimento è la fidanzata dell’Uomo mascherato. Va molto al cinema, abbeverandosi dei film horror o di avventura che la censura di regime lascia passare, o facendosi raccontare dai genitori quelli che gli sono scappati: «Ieri sono stato al Santa Margherita per vedere La mummia con Boris Karloff, mio zio mi aveva avvertito che era tremendo». È inevitabile che le due passioni si intreccino: «Bello l’Uomo invisibile, faccio una storia a fumetti come l’Uomo mascherato. Sedici pagine, bisogna che finisca subito a matita, se no mi dimentico. Però voglio provare con la penna, non avevo mai disegnato niente a china».
Il ritratto dell’artista da cucciolo riemerge in una mostra che si apre il primo dicembre al Museo Civico di Bassano del Grappa, Valentina, una vita con Crepax (fino al 15 aprile 2019), dove vengono esposti quei primi album, quei diari e alcune tavole Anni 50 di argomento storico-avventuroso: per esempio un Sigfrido e il drago o una Santa Inquisizione. Spiega il figlio Antonio, presidente di Archivio Crepax : «Negli album di Venezia c’era già tutto: le inquadrature strane, laterali, prese dall’alto. Il ragazzo Guido era un predestinato». Tutto ritorna a galla, a distanza di vent’anni, dopo la laurea in architettura e una fiorente carriera come autore di copertine di dischi e illustratore pubblicitario, quando Crepax viene convinto dall’editore Giovanni Gandini a scrivere una storia a fumetti per il secondo numero di Linus, ed è poi la mitologica Curva di Lesmo, dove il critico d’arte americano Philip Rembrandt alias Neutron si fa subito rubare la scena dalla fidanzata Valentina Rosselli. Tutto, lì dentro, appare influenzato dal cinema. Non solo perché Valentina è una sosia di Louise Brooks, non solo perché con Rembrandt va continuamente a vedere film, con una particolare predilezione per Godard e la Nouvelle Vague, e poi Bergman, Ejzenstejn, Miklós Jancsó, Antonioni, Fellini; ma anche perché cinematografico e godardiano è il montaggio delle tavole, spezzettato, caleidoscopico, in modo da esigere la partecipazione narrativa e psicologica del lettore. Di sicuro c’è una strana assonanza fra una sequenza di Ciao Valentina, del 1966, con il di poco successivo Blow Up di Antonioni, perché in entrambi i casi si tratta di un delitto scoperto dall’obiettivo fotografico. E di sicuro siamo dalle parti delle avanguardie e del nouveau roman, infatti per Crepax e per Valentina impazzirono Roland Barthes e Umberto Eco.
Insieme alla Milano Anni 60 elettrizzante e internazionale, quella dei designer e del Moplen, degli psicoanalisti freudiani e degli architetti con i papillon, dalla mostra di Bassano emerge però anche il senso di Crepax per la famiglia, e la cosa ha ancora più significato visto che siamo in Veneto. Il figlio Antonio: «Mio nonno Gilberto era di Dolo, primo violoncellista della Fenice di Venezia, poi chiamato da Toscanini negli Anni 20 alla Scala. Al Lido passarono tante vacanze al mare, mio padre era molto affezionato a questi luoghi». Valentina torna a casa e ci accompagna nel mondo di Guido. Ci sono le sue copertine per i dischi di jazz e di musica leggera, «ispirate – dice il figlio – a quelle straordinarie di David Stone Martin, a sua volta allievo di Ben Shahn». Ci sono i celebri giochi da tavolo di Guido, le battaglie disegnate con amore e meticolosità, soldatino per soldatino, dopo lunghe ricerche in biblioteca. Musiche, sue tavole, libri. Intanto, la sua creatura più celebre sta ritrovando una nuova fama negli Stati Uniti, dove le avventure di Valentina si stanno vendendo benissimo. Preludio a una serie tv di cui, sexy, cerebrale e sognatrice com’è, sarebbe il soggetto ideale?