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 2018  novembre 29 Giovedì calendario

Sempre più elefanti nascono senza zanne

In Africa nascono sempre più elefanti senza zanne, in pratica senza difese. Una mutazione genetica che sembra essere una protezione naturale dal bracconaggio. È la tesi di Joyce Poole, ricercatrice specializzata negli elefanti al parco nazionale di Gorongosa (Mozambico), elaborata in uno studio anticipato dal Nationl Geographic e ripreso da Le Figaro. Tuttavia, questo vantaggio evolutivo, che offrirebbe agli elefanti senza zanne più chance di scampare ai cacciatori di zanne preziose perchè d’avorio, richiesto sul mercato illegale, ha un prezzo in termini di sopravvivenza di questi pachidermi. Senza zanne diventa quasi impossibile, per loro, alimentarsi e riprodursi.
Ogni anno, circa 40 mila elefanti africani sono vittime dei trafficanti di avorio. Il bracconaggio ha ridotto in maniera consistente il numero degli elefanti: erano oltre un milione negli anni Settanta e ora sarebbero soltanto 415 mila, secondo il Fondo mondiale per la natura (Wwf). Nel parco del Mozambico i pachidermi si sono ridotti a qualche centinaio. Inizialemnte erano 4 mila. E il 32% delle femmine nate dopo la guerra civile nel 1992 non hanno più difese.
Il fenomeno degli elefanti nati senza zanne in Asia si sta verificando da più generazioni: oggi il 100% degli elefanti femmina nascono ormai senza zanne. Il fenomeno si ripete nelle zone dove gli animali hanno subìto maggiori sconvolgimenti.
In Sudafrica, nel parco nazionale Addo, da una quindicina di anni, dopo una recrudescenza del bracconaggio, il 98% dei pachidermi di sesso femminile non hanno più le zanne per difendersi. A livello globale, si può constatare che il numero di elefanti senza difese aumenta, ma anche che la grandezza delle zanne si riduce.
La ragione di questa sparizione delle zanne è conosciuta dai ricercatori: si tratta di una mutazione genetica che tocca dal 2% al 4% degli individui, ma il gene responsabile non è stato identificato.
Senza zanne un elefante si viene a trovare in una situazione di svantaggio rispetto ai propri simili: ha più difficoltà a sopravvivere e anche a riprodursi. Tra gli esemplari maschi le zanne hanno un ruolo importante nel processo riproduttivo perchè gli animali si battono fra di loro per conquistare una femmina. E in questo caso le zanne sono un’arma formidabile. E questo può spiegare come mai l’assenza di zanne è più marcata fra gli elefanti femmina. Inoltre, le zanne sono molto importanti anche nella vita quotidiana di questi animali: sono indispensabili per strappare le cortecce e soddifare il proprio bisogno di fibre oppure per scavare la terra. A questa mancanza gli elefanti suppliscono approfittando del lavoro dei loro simili meglio forniti.
Se la mutazione finisce per toccare il 100% di una popolazione le conseguenze rischiano di essere drammatiche perchè gli elefanti non avrebbero più strumenti per procurarsi il cibo per alimentarsi secondo quanto ha riportato Le Figaro.
L’impoverimento genetico è un problema che potrebbe essere compensato dall’aiuto dell’uomo. In Asia gli elefanti di sesso femminile non soffrono per la mancanza delle zanne, e dunque di un mezzo indispensabile di difesa, perchè non vivono più allo stato selvaggio. Si trovano in uno stato semi-selvaggio, in qualche modo protetto, per favorirne la riproduzione che altrimenti sarebbe impossibile.
La diversità genetica è indispensabile perchè permette alle specie di superare le difficoltà, i virus, le infezioni e qualsiasi scombussolamento. Statisticamente, più la diversità è grande in una popolazione, più ci sono chance che il Dna trovi la soluzione al problema che si presenta. Ed è quello che si è verificato di fronte al fenomeno del bracconaggio. Una piccola parte della popolazione degli elefanti possedeva nel proprio genoma una soluzione: non avere più questi pezzi di avorio tanto ambiti. E questa minoranza a poco a poco ha preso il sopravvento sulle altre. Sfortunatamente, la popolazione complessiva è divenuta troppo piccola numericamente e i ricercatori lanciano l’allarme sulle probabilità di sopravvivenza a lungo termine che vengono ridotte a causa di un patrimonio genetico sempre più esiguo.