Il Sole 24 Ore, 29 novembre 2018
Tra Usa e Cina la guerra del Fentanyl
Un capitolo spinoso e doloroso delle tormentate relazioni tra Stati Uniti e Cina ancora aperto è quello del traffico di droga. Al centro di questa battaglia c’è il Fentanyl, oppiaceo sintetico 50 volte più potente dell’eroina, prodotto illegalmente in Cina da centinaia di piccoli laboratori, come quelli romanzati nella serie tv Breaking Bad.
I numeri parlano di una vera e propria emergenza: nel 2014 il Fentanyl ha ucciso oltre 5mila persone, secondo i dati della Drug enforcement agency (Dea). Nel 2017 i morti per overdose negli Usa sono saliti a 49mila: il 60% delle morti sono causate da pastiglie a base di Fentanyl. Una sostanza letale: due milligrammi contenuti in una pillola “da sballo” possono uccidere.
Il giro d’affari, e il riciclaggio di denaro sporco che ne deriva indirettamente, sono enormi: un chilo di Fentanyl puro comprato in Cina per 3.800 $, tagliato in pastiglie, può arrivare a rendere oltre 30 milioni sul mercato nero. Un’enormità se si considera che un chilo di eroina pura acquistata per 50mila dollari può arrivare a renderne 200mila. Niente rispetto al Fentanyl diventato per questo lo stupefacente a più alto margine per i narcos alleati con i produttori cinesi.
Il 68% del Fentanyl venduto negli Stati Uniti arriva dalla Cina. L’amministrazione Usa da tempo preme sul governo cinese perché aumenti i controlli sulla produzione di sostanze psicoattive, senza successo. La domanda negli Stati Uniti è enorme. Mentre la Cina non ha problemi legati al consumo domestico: il consumo di oppio era una calamità nel paese il secolo scorso ma è stato debellato grazie a una rigida legislazione. Non è ancora lo stesso per le droghe chimiche. E la Cina, un po’ come avviene per l’export dei migliori prodotti occidentali, se da un lato continua ad autorizzare le big pharma globali a commercializzare i loro medicinali più avanzati e costosi ai ricchi cinesi, dall’altro continua a invadere l’Occidente – Stati Uniti ed anche Europa – con le sue pillole di droga a basso prezzo, prodotte in centinaia di laboratori chimici, grazie alle poche regole e agli scarsi controlli. «È scandaloso che la micidiale droga Fentanyl arrivi dalla Cina attraverso il sistema postale americano», ha twittato indignato Donald Trump ad agosto. Il governo cinese dal 2017 ha iniziato a collaborare con gli americani per la lotta al narcotraffico. La regolamentazione è molto debole. I produttori di droghe chimiche sono aiutati dall’estrema frammentazione del sistema amministrativo. «La cooperazione è stata avviata ma non ha grossi effetti alla lotta al narcotraffico», ha ammesso Paul E. Knierim della Dea davanti alla Commissione Affari esteri del Congresso, a settembre. Dal 2017, su invito americano, le autorità cinesi hanno messo sotto controllo 39 nuove sostanze psicoattive (Nps) derivate dal Fentanyl. Ma ogni volta i narcotrafficanti creano sostanze nuove per sfuggire ai controlli: la struttura del Fentanyl può essere modificata in una serie infinita di combinazioni in sostanze simili.
Il Dipartimento alla Giustizia ora preme sulla controparte cinese perché venga posto il divieto di utilizzo medico sull’intera classe di prodotti legati al Fentanyl e ai derivati. C’è una legge al Congresso in attesa di approvazione (Sofa act). Aspettando la legge, la Dea ha emesso un ordine temporaneo di stop all’import per tutti i prodotti a base di Fentanyl fino al 2020. Il cambio di approccio farebbe diventare automaticamente illegale in Cina ogni sostanza vietata negli Usa legata al Fentanyl, anche quelle nuove non controllate. Pechino per ora promette, ma continua a imporre i divieti solo sulle singole sostanze, perché teme che le troppe regole possano impattare sulla crescita economica del settore chimico e farmaceutico. In questa incertezza normativa i trafficanti continuano a prosperare. E i ragazzi a morire di overdose.