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 2018  novembre 29 Giovedì calendario

Il governo vuole rendere Campione paradiso fiscale

La Lega punta la sua fiche sul rilancio del Comune di Campione, che potrebbe (condizionale doveroso) diventare una sorta di Paradiso fiscale. Nelle pieghe del decreto legge fiscale, approvato ieri dal Senato, ecco spuntare l’emendamento del capogruppo al Senato Massimiliano Romeo per far uscire dalla crisi la piccola enclave italiana in Svizzera e il suo Casinò chiuso dallo scorso luglio dopo il fallimento. L’appello diretto a Matteo Salvini all’indomani del crac e le numerose manifestazioni davanti a Montecitorio hanno dato i frutti: ecco lo «sconto» del 30% sull’imposta sul reddito delle persone fisiche per tutti i residenti. Ma anche, grazie a questo emendamento, per i professionisti e le società. Con una serie di paletti, il principale dei quali è quello del fatturato realizzato localmente. Ed è qui che, spiega un tecnico che ha studiato il l’emendamento, che potrebbe annidarsi la modalità per fare di Campione un’isola di fiscalità privilegiata per quelle imprese che non necessitano di grandi spazi fisici per gestire i propri affari. 
Le vendite online, ad esempio. Il provvedimento prevede anche «un abbattimento minimo di 26 mila euro» dell’imposta sui redditi. Il tradizionale motore dell’economia locale, il Casinò, non ha resistito al calo delle presenze e ai compensi d’oro degli amministratori e in pochi anni ha accumulato 130 milioni di euro di debiti e altri 40 milioni dal Comune che lo controlla come unico azionista. Un disastro per l’economia locale che girava intorno all’indotto di 600 mila giocatori che arrivavano sulle sponde del Lago di Lugano per tentare la fortuna a slot machine, poker e roulette. Nella norma è previsto anche un commissario straordinario che possa eludere i vincoli delle norme attualmente in vigore. 
La questione più delicata si gioca ora sugli esuberi del piccolo Comune (1900 abitanti) che oggi conta 102 dipendenti, ed è previsto un taglio di 87. E qui scende in campo anche il M5S. Quello del gioco è un settore che i pentastellati hanno sempre combattuto ma i 482 dipendenti rimasti a casa e i tagli del personale hanno fatto cambiare idea.
«Abbiamo chiesto una deroga agli 87 esuberi – spiega Vincenzo Falanga della Uil di Como -: è un taglio eccessivo in vista della riapertura del Casinò voluta dal governo. Solo 15 dipendenti saranno insufficienti per garantire i servizi minimi essenziali».
A prendere le difese dei cittadini di Campione è Giovanni Currò, parlamentare comasco del M5S: «Un sistema di defiscalizzazione porterà dentro a questo particolare paese nuova linfa, aziende e professionisti». Una speranza. E una corsa contro il tempo perché intanto i curatori fallimentari del Casinò ieri hanno confermato che i 482 licenziamenti arriveranno entro il 10 dicembre.