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 2018  novembre 29 Giovedì calendario

In Veneto i fedeli musulmani hanno la loro Lega

C’è un’altra Lega. Quella islamica. È nata in Veneto, raggruppa 17 associazioni culturali e religiose e si batte contro la violenza sulle donne. Con un segno rosso tracciato sulla guancia, Bouchaib Tanji, marocchino di 58 anni, 30 dei quali trascorsi in Italia, ha simbolicamente aderito alla campagna promossa dal vicepresidente della Camera in quota Forza Italia, Mara Carfagna. È il primo atto della Lega islamica, di cui Tanji è presidente.
Le associazioni che fanno parte del nuovo soggetto provengono dalle province di Verona, Padova, Treviso e Venezia, mentre la Lega islamica ha sede a San Donà. Tanji, in qualità di responsabile, rappresenterà 3.500 musulmani veneti. «La Lega islamica del Veneto», ha spiegato, «non intende limitarsi a rappresentare solo associazioni a carattere strettamente religioso, ma anche di tipo culturale o sociale. È una scelta ben precisa, perché l’Islam è anche ispiratore di cultura e di impegno nel sociale».
«Noi vogliamo correggere dove hanno sbagliato gli altri», ha proseguito Tanji. «Nei sermoni non si chiede la morte delle persone. Si chiede sempre il bene. E se qualcosa non va, ci si guarda negli occhi e si risolvono i problemi dialogando, non con la violenza o facendo del male. Noi qui siamo ambasciatori di noi stessi, dei nostri paesi e della nostra fede. E molti, col loro comportamento, hanno danneggiato l’Islam».
Gli episodi di cronaca con padri e fratelli di fede musulmana che sottomettono mogli e figlie per atteggiamenti considerati troppo occidentali trovano spesso spazio sulle prime pagine dei giornali. Per questo, la Lega islamica, come primo provvedimento ufficiale, ha sostenuto la campagna Non è normale che sia normale contro la violenza sulle donne.
«In realtà, l’Islam è venuto per liberare la donna», ha sottolineato Tanji, che ha due figlie che lavorano all’ambasciata italiana in Qatar e una terza di 15 anni che ha intrapreso gli studi. «Sono libere e sceglieranno da sole i loro mariti. Quei delitti che vediamo sono frutto dell’ignoranza, delle tradizioni tramandate di padre in figlio.
Nei sermoni ne parliamo. Io l’ho fatto nei momenti critici come la morte di Sanaa Dafani, che era amica di mia figlia, e ho partecipato al suo addio», ha aggiunto Tanji in riferimento alla marocchina di 18 anni sgozzata nel 2009 a Pordenone dal padre perché viveva col fidanzato.
«Spesso i sermoni riguardano il modo nel quale dobbiamo comportarci con moglie e figli», ha detto ancora il presidente della Lega islamica al Corriere del Veneto. «Però è dura: quando una persona ha delle abitudini fa fatica a cambiare. Io sono stato educato al rispetto. La religione non è solo preghiera, digiuno e pellegrinaggio. La religione vera è il buon comportamento con tutte le persone».
Le 17 associazioni della Lega islamica si occupano di povertà, di istruzione e di esigenze familiari delle persone in difficoltà. «Quelle che hanno voglia di dare qualcosa al Veneto», ha aggiunto Tanji. «È questa la novità che proponiamo ai musulmani veneti.
Perché si può essere buoni musulmani e buoni cittadini italiani e viceversa. Il Marocco mi ha dato i natali e mi ha istruito. L’Italia mi ha dato la possibilità di scoprire chi sono. E io sono grato a entrambi i paesi».