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 2018  novembre 29 Giovedì calendario

Il grattacielo-tulipano che non piace ai londinesi

Un tulipano? Un fungo? O una nuova piaga sul panorama di Londra? Se da una parte il cuore finanziario della capitale britannica sembra già carico di grattacieli – la cupola della cattedrale di St Paul’s, gioiello architettonico di Sir Christopher Wren, da alcuni punti della città non si vede più – lo spazio per nuovi investimenti si trova sempre. Il progetto di Norman Foster per una torre alta 305 metri, così, è stato depositato presso l’ufficio di pianificazione urbana della City. Se approvata, verrà eretta tra il 2020 e il 2025 e finanziata dal Safra Group, la società del banchiere brasiliano Joseph Safra che per le opere di Foster ha un debole: nel 2014 acquistò per 726 milioni di sterline il Gherkin, il palazzo di 30 St Mary Axe conosciuto più semplicemente con il nomignolo di cetriolo.
Insignito dalla regina del titolo di Barone di Thames Bank, Foster ha firmato opere simboliche di una Londra moderna e vitale, come il palazzo a forma di uovo che è la sede del sindaco e il tetto a vetri del cortile del British Museum, realizzazioni apprezzate dai londinesi oltre che dagli esperti di architettura. Per ora, però, il nuovo grattacielo non raccoglie gli stessi consensi. La prima consultazione pubblica si è chiusa tra le critiche generali. Anastasia Shteyn, che abita nella vicina Petticoat Tower, ha definito il colosso «un’attrazione a forma fallica, con scarso merito estetico». Per Astrid Kirchner l’edificio sarebbe più adeguato a Dubai, non Londra, mentre Marianne Harris si è chiesta se per caso è stato indetto un concorso per il grattacielo più brutto del mondo. Il critico del Guardian, Oliver Wainwright, ha sottolineato che più che un tulipano, fiore che sarebbe stato d’ispirazione per Foster e che storicamente ha forti legami con il mercato azionistico, il progetto ricorda una noce di cocco, o un uovo, su un bastone.
Un «luna park»
Ospiterà 12 piani di ristoranti e locali, oltre a una capsula mobile di vetro
Per una città che tra la Scheggia di Renzo Piano (che rimarrebbe il palazzo più alto della capitale) e la Torre di Canary Wharf è abituata ai grattacieli, l’ultima creatura di Foster rappresenterebbe comunque una novità. In tempi di Brexit, vige l’incertezza non solo sul mercato immobiliare, ma anche sul futuro della City. I grattacieli non sono facili da riempire: una recente inchiesta del Financial Times ha concluso che nella City sono vuoti quasi tre milioni di metri quadrati tra uffici e proprietà commerciali. Foster, così, punta tutto sulla cupola sferica e vetrata del suo palazzo: dodici piani di bar, ristoranti, locali, nonché una piattaforma per ammirare la vista e una sala per conferenze che ospiterà 20.000 ragazzi in età scolare l’anno. Essenzialmente, ha scritto il Telegraph, è un’attrazione da luna park, anche perché una volta in cima sarà possibile imbarcarsi su una capsula vetrata che farà il giro della cupola. È questo aspetto ad aver chiamato in causa gli operatori del City airport, lo scalo londinese che ha chiesto uno studio sull’impatto sul controllo del traffico aereo prima che il progetto sia approvato. Detto ciò, è consuetudine che ciò che è nuovo susciti polemiche. Il ponte del millennio sul Tamigi, la ruota, lo stesso Shard sono stati contestati, eppure oggi è quasi impossibile immaginare Londra senza.