la Repubblica, 29 novembre 2018
Parla l’uomo che vuole avere vent’anni di meno
Ha 69 anni, è olandese, e combatte per “una misura biologica del tempo”” Chiedo allo Stato di riconoscermi 20 anni di meno, rinuncio alla pensione” Dal nostro inviato AMSTERDAM Ha fatto il giro del mondo la notizia che, a sessantanove anni suonati, sentendosi prigioniero della sua età anagrafica Emile Ratelband ha chiesto ai giudici olandesi di riconoscergli vent’anni di meno. Notizia resa ghiotta dal fatto che a motivare Ratelband sarebbero stati i suoi insuccessi su un sito d’appuntamenti. «Beh, quella è stata più una trovata di un giornalista britannico, io non sono mai stato su Tinder», ci confessa quest’uomo con i capelli ancora folti, di corporatura massiccia e alto un metro e ottantasette, «come quando a 19 anni feci la visita per il servizio militare, il che dimostra che l’età non mi ha ancora rimpicciolito». Quando gli chiediamo se anche allora aveva il ventre così prominente, lui risponde di no, ma che il suo è grasso fisiologico o, meglio, «è una scorta energetica che col tempo gli esseri umani accumulano in via precauzionale, per sopravvivere a un eventuale calo di appetito che può verificarsi quando s’invecchia». A sentire questo black panter fiammingo, la sua è anzitutto una battaglia civile contro la discriminazione nei confronti degli anziani. «Nel nostro mondo, tutto finisce a 65 anni. Le banche rifiutano di concederti mutui, le aziende non vogliono più assumerti e la società ti condanna a trascorrere le tue giornate seduto in poltrona davanti alla tv. Tutto ciò soltanto per colpa della data di nascita, trascurando altri parametri fondamentali quali il Dna, lo stile di vita e la tua condizione fisica che possono essere quelli di un trentenne, anche se hai compiuto 70 anni». Prima di diventare una sorta di guru che «aiuta a sviluppare la personalità e a riuscire nella vita» come scritto sul suo sito internet, o un «espansore di consapevolezza» come si definisce lui stesso, Ratelband ha fatto mille mestieri. È stato fornaio, sarto, guida turistica, immobiliarista, politico e imprenditore. «A 21 anni ero già diventato milionario, per poi perdere tutto seguendo i consigli sbagliati di un consulente finanziario», dice. Da trent’anni cammina almeno dieci chilometri al giorno, non fuma, non beve né alcol né caffè, non mangia né carne né formaggio. «Con quali risultati? Secondo il mio cardiologo ho ancora il cuore di un giovanotto», spiega sfoderando un sorriso abbagliante, quello di una dentiera che s’è fatto impiantare tempo fa, «perché c’è una correlazione importante tra i denti e la propria forza interiore». Fatto sta che la sua campagna per cambiarsi l’età è molto apprezzata in Olanda, e che lui si ritrova con migliaia di followers. «Semplicemente perché la gente ne apprezza la filosofia, che è quella della libera scelta. Viviamo in un mondo in cui puoi decidere la tua religione, il tuo nome e perfino il tuo sesso, non vedo perché non poter optare anche per l’età che più ti conviene. L’importante è che questa scelta sia legalizzata dalle autorità». Se il tribunale acconsentisse ad abbassargli l’età, Ratelband si dice anche disposto a rinunciare alla pensione «salvo che non saprei a chi restituirla, perché non esiste nessun conto su cui versarla». Racconta poi che pochi giorni fa l’ha chiamato un operatore della sua compagnia di assicurazioni, dicendosi preoccupato per l’esito della sua iniziativa. «Gli ho detto di stare tranquillo, perché se dovessero darmi ragione si potrà stipulare un’assicurazione sulla vita non più sull’età burocratica bensì su quella biologica. Oggi in Olanda i gay non devono più nascondere la propria sessualità come accadeva una volta. Vorrei che succedesse lo stesso per quegli anziani che hanno ancora un forte appetito vitale». Gli chiediamo infine se in passato ha combattuto altre battaglie civili. «Sì, 42 anni fa. Mi nacquero due gemelle, e volli chiamarle Rolls e Royce. Ma il comune della città dove abitavo me l’impedì. Feci campagna per “liberalizzare” il nome di battesimo, e la vinsi». Per portare avanti la sua nuova iniziativa, s’è rivolto a uno dei principi del foro olandese, Jan-Hein Kuijpers, il quale però pensa che il suo cliente abbia soltanto il 30 per cento di possibilità di vincere. La decisione del tribunale di Arnhem arriverà tra due settimane. «Sono molto più ottimista del mio avvocato», dice ancora Ratelband. «Anche perché le regole sono fatte per essere infrante».