il Giornale, 28 novembre 2018
Mercurio, la luna e gli asteroidi: parte la corsa ai segreti spaziali
Guardiamo alle stelle, guardiamo al mondo di fuori così complicato da capire e ci sentiamo piccoli e invincibili. La diretta dell’atterraggio su Marte della sonda spaziale Insight ci ha lasciati incollati davanti alle televisioni. Con un selfie, Marte è riuscito a rientrare nelle nostre case e adesso il futuro nello spazio sembra riaccendersi di luce rossa. A sei anni dall’atterraggio del rover Curiosity, dopo che otto volte che nella storia umana siamo riusciti a costruire strumenti capaci di atterrare su Marte, questo pianeta ci riserva nuove sorprese. E c’è un’altra partenza, prevista nel 2020: quella di Exomars, un altro rover marziano russo-europeo.
Quest’anno è stato l’anno delle conquiste spaziali e del rilancio delle missioni. La voglia di infinito infiamma il settore privato. Dalla Blue Origin di Jeff Bezos alla Space X di Elon Musk fino alla Virgin Galactic di Richard Brandson: si aprirà probabilmente anche ai viaggi turistici nello spazio. La Stazione Spaziale Internazionale è diventata un po’ la nostra seconda casa. E si riaccende quella passione che ci aveva fatto brillare gli occhi dopo il lancio del primo uomo sulla Luna. La missione di BepiColombo, nata dalla collaborazione tra l’agenzia spaziale europea (Esa) e l’agenzia spaziale giapponese (Jaxa), partita a ottobre alla conquista di Mercurio, arriverà a compimento nel 2025.
Sulla Luna non ci siamo mai tornati e le cause sono due: la prima è il costo, la seconda è il rischio. Già nel 2004, George Bush aveva parlato di tornare sulla Luna e Trump sembra volerlo altrettanto. Per mandare di nuovo l’uomo sulla Luna servono maggiore sicurezza e molti soldi. In ogni caso, Chang’e 4 è la missione cinese programmata per questo dicembre: porterà sulla Luna un orbiter, un lander robotico e un rover. Sarà il secondo lander robotico cinese su suolo lunare. La Luna, comunque, non è la meta finale: puntiamo ad andare più lontano. Nel 2019 dovremmo riuscire a vedere il lancio di Cheops, un telescopio in orbita bassa progettato per dare la caccia agli esopianeti. Già, gli esopianeti: quei pianeti esterni al sistema solare che Tess sta già monitorando. Nel 2021 arriverà anche il telescopio spaziale James Webb, orbitante a raggi infrarossi, progettato dalla Nasa: partirà da Kourou nella Guyana Francese su Ariane 5. Nel 2019, dovrà orbitare anche il satellite per l’osservazione solare, Solar Orbiter. Andrà vicino al Sole per studiare la nostra cara stella.
L’asteroide Bennu, scoperto nel 1999, è già stato preso di mira dalla sonda Osiris-Rex della Nasa. La sonda è riuscita a vedere il suo bersaglio e si sta preparando all’attracco. Ci porterà un souvenir, un campione dell’asteroide. Ma c’è anche Saturno. Yuri Milner, affascinato da Enceladus, la luna di Saturno già scoperta dalla defunta sonda Cassini, sta collaborando con la Nasa con la sua missione privata.
La nostra, di Luna, invece, è mira anche degli indiani. Con il rover Chandrayaan-2, l’India vuole dimostrare che il Paese ha la tecnologia necessaria per approdare su altri astri. Ma la cosa più sensazionale è forse questa: la stazione spaziale lunare Lunar Orbital Platform Gateway, progettata dalla Nasa e dalla russa Rosmocos, fungerà come punto di appoggio per la conquista dello spazio. I primi pezzi di stazione lunare partiranno dalla Terra nel 2022. Forse, guardando a quello che accade al di fuori del nostro mondo, potremo anche comprendere qualcosa in più sulla nostra vita e sul perché delle cose.