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 2018  novembre 28 Mercoledì calendario

La burla di Barla, geniale cuoco dei Savoia che inventò la Coca-Cola e la pizza margherita

Fu davvero un cuoco geniale e incompreso, Teofilo Barla. Un piemontese nelle cucine ottocentesche del Palazzo Reale di Torino al servizio di quattro sovrani, ideatore di ricette rivoluzionarie quali la Coca-Cola, l’hamburger, la pizza margherita, il gianduja. Tutte, ovviamente, presentate prima della loro nascita ufficiale. Peccato che Teofilo Barla non sia mai esistito e la sua storia sia completamente inventata. Un castello architettato con grande maestria e intelligenza.
A dimostrare con scientificità e precisione «la grande burla di Teofilo Barla» è Nicola Gallino, giornalista e appassionato gastronomo torinese. Le ricerche e le prove scovate da Gallino, al termine di un lungo lavoro di ricerca, e tra queste i documenti originali dei pagamenti dei dipendenti della Corte sabauda conservati all’Archivio di Stato torinese, saranno presentate per la prima volta al pubblico domani sera alle 21 al Circolo dei Lettori di Torino nell’ambito delle «Conversazioni a Corte» organizzate dal Centro Studi delle Residenze Reali Sabaude della Venaria Reale. 
L’aspetto più imbarazzante dell’intera vicenda è che il finto testo del Barla, dal titolo altisonante e scritto con linguaggio filologicamente ottocentesco - Il Confetturiere, l’Alchimista, il Cuciniere piemontese di Real Casa Savoia - ha preso piede nella comunità scientifica. Non solo la casa editrice che l’ha pubblicata nel 2011 (la Arnaldo Forni di Bologna, specializzata in trattati storici) ma anche autorevoli biblioteche (che ne espongono la ristampa moderna ignare della sua non autenticità) e istituti di ricerca nazionale. Primo tra tutti l’«Academia Barilla», il cui sito Internet è punto di riferimento per la consultazione digitale della trattatistica gastronomica storica nazionale.
Nella trappola del Barla (a cui è dedicata una voce Wikipedia, con dettagli biografici grotteschi) sono caduti anche stimati giornalisti, con articoli diventati trampolino di lancio per la diffusione virale sui social. Il gioco è fatto. Nel fantomatico testo ricette descritte con sapiente fedeltà sono intervallate a racconti di episodi degni della trama di un film. Tra queste una improbabile battuta di caccia tra l’ex imperatore d’Austria e Vittorio Emanuele II nel 1850, non solo mai avvenuta ma altamente improbabile per motivi diplomatici (siamo in pieno Risorgimento).
La conversazione di domani sera continuerà con lo storico Andrea Merlotti, ideatore dello stesso incontro, che si addentrerà, con dati storici veri, nell’illustrazione dell’affascinante mondo delle cucine reali.
Il vero colpo di scena sarà quello di poter stringere la mano ai padri burloni di Teofilo Barla. Gli indizi sono tanti, certezze assolute non ve ne sono.