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 2018  novembre 28 Mercoledì calendario

Il gruppo cuscinetto pronto a rimpolpare una maggioranza di centro-destra c’è già

Il gruppo cuscinetto già c’è, ha un nome e un marchio registrato (“Sogno Italia”), esiste unalista di una trentina di parlamentari grillini disponibili ad aderire. E ci sono due ex cacciati dal Movimento – Salvatore Caiata e Catello Vitiello – che stanno lavorando sotto traccia al progetto. Manca solo il segnale per dare il via all’operazione. Ma quello sarà la politica a darlo. Se il governo gialloverde finirà su un binario morto, se le liti quotidiane tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio diventeranno insanabili, allora potrebbe emergere in Parlamento una strada alternativa alle urne anticipate per risolvere una crisi di governo che ormai in tanti danno per scontata prima o dopo le Europee. Questa è la “pazza idea” di cui si parla in Transatlantico: portare a compimento un’operazione di “salvataggio” di Salvini dai grillini organizzando una maggioranza in Parlamento che sostenga un governo di centrodestra allargato. La cosa è stata prospettata anche al Quirinale. SergioMattarella è rimasto in silenzio. Si è limitato a prendere atto. Non ha voluto incoraggiare l’iniziativa. Né stroncarla. Per il Colle, in caso di crisi di governo, la via maestra restano comunque le urne anticipate, perché ha già vissuto sulla sua pelle l’impossibilità di trovare altri schemi plausibili nel Parlamento attuale. Anche Salvini sa che non è affatto semplice il realizzarsi di uno scenario di una maggioranza di centrodestra puntellata dai “nuovi responsabili”. MATTARELLA AVVISATO Ma il fermento c’è. Finora hanno fatto molto rumore le iniziative dei dissidenti grillini “di sinistra”. Quelli che hanno minacciato di non votare il decreto Salvini su immigrazione e sicurezza. I quotidiani hanno dedicato paginate alle crisi di coscienza dei senatori Gregorio Di Falco e Paola Nugnes. È stata narrata minuziosamente la storia dei 18 deputati ortodossi vicini al presidente della Camera Raffaele Fico, che in una lettera hanno elencato i motivi per cui il decreto del ministro dell’Interno a loro fa schifo. Ma i gruppi pentastellati sono una savana abitata da decine di specie politiche diverse. E un’area di dissenso va emergendoanchea destra. Il malessere trova il suo detonatore nel Gruppo Misto. Perché è lì che albergano gli “indesiderabili” eletti con il Movimento 5 Stelle, ma che Di Maio non ha voluto iscrivere alle componenti grilline. Il leader di quest’area è Salvatore Caiata, presidente del Potenza Calcio. Prima corteggiato e convinto da Giggino a candidarsi con i 5S (lo volevano in lista anche quelli di Forza Italia), poi allontanato con il marchio di infamia per un’indagine aperta per intestazione fittizia, nel frattempo archiviata dal Tribunale di Siena. Caiata, passato dall’essere eroe del nuovo corso grillino a reietto, ha giurato vendetta verso il capo politico M5s. Oltre a Caiata, il capo pentastellato ha seminato a Montecitorio altri apolidi. Si tratta di Catello Vitiello, l’avvocato di Castellammare di Stabia allontanato per la sua presunta affiliazione massonica; Antonio Tasso, colpevole di aver omesso una vecchia condanna per vendita di cd contraffatti; Silvia Benedetti e Andrea Cecconi, deputati alla seconda legislatura, coinvolti nello scandalo delle mancate restituzioni. DÉJÀ VU Almomento sono tutti iscritti al Maie, il movimento associativo degli italiani all’estero. Ma è un’adesione tecnica. Gli ex grillini avranno un nome tutto loro. Caiata nelle scorse settimane ha registrato il marchio “Sogno Italia”. Se ne trova traccia nella banca dati del Ministero dello Sviluppo Economico. Il logo, viene spiegato, «è costituito dalla scritta “Sì” con la s maiuscola e la i minuscola con il puntino tricolore». Ebbene, i “sognatori” di Caiata saranno i responsabili 2.0 della legislatura. Specie se il governo gialloverde dovesse soccombere. Con la Lega al 36 per cento nei sondaggi e Di Maio in difficoltà nel tenere uniti i suoi, la domanda è: quanti grillini prenderebbero in considerazione una opzione conservativa, quella cioè di mandare avanti la legislatura sostenendo un nuovo esecutivo a guida Salvini con dentro Forza Italia e Fratelli d’Italia? Il Parlamento ha già vissuto questa storia poco meno di dieci anni fa, è noto il desiderio dei peones di preservare la cadrega. E i nuovi, alla fine, non sono diversi da quelli vecchi. In più c’è anche un vantaggio economico non da poco. Mollando i Cinquestelle, i “neo responsabili” si libererebbero dall’obbligo delle “restituzioni” e dall’obolo mensile che va versato all’Associazione Rousseau. In mano agli ex grillini c’è già una lista di una trentina di deputati, manovalanza parlamentare poco nota ai riflettori, classe politica selezionata dalla cosiddetta società civile che non ha un percorso di militanza tale da giustificare remore o crisi di coscienza in caso di salto della quaglia. Anche la storia della multa di 100mila euro per chi tradisce non fa più paura a nessuno. Vitiello,l’avvocato penalista che ha mandato a gambe all’aria il governo con il suo emendamento sul peculato, ha spiegato ai colleghi più sprovveduti che quella sanzione è incostituzionale, nessun Tribunale riconoscerebbe mai il diritto del Movimento 5 Stelle a incassare una penale da chi tradisce.