Libero, 26 novembre 2018
Ritratto di Corinna, la moglie di Schumacher
C’è un codice tra tutti quelli che hanno stretto la mano a Frank Sinatra. Che, peraltro, sono sempre meno. Un gentleman agreement, una sorta di club ristretto di privilegiati che prevede mutuo e incondizionato rispetto. Lo stesso codice, nel mondo del Motorsport, lega tutti gli strettissimi amici di Michael Schumacher. Indiscusso Sinatra della Formula 1, con sette titoli Mondiali, 91 vittorie, 68 pole position e 155 podi, Schumi è diventato una leggenda anche per via di quella sua aura di assoluto riserbo. Poche stravaganze, pochissimo gossip, praticamente zero mondanità. L’unica materia da tabloid di tutta la sua carriera fu la liason segreta con Corinna Betsch, che lasciò l’ex amico-rivale di Schumi, Heinz-Harald Frentzen, per sposare il Kaiser della Renania. Tutt’altro che una scappatella. Corinna, ancora oggi, impersona devozione.
ESISTENZA RITIRATA
Il cliché che accompagna le donne delle divinità della politica, del jet-set o anche dello sport, le ritrae come vittime dei riflettori dei compagni. Costrette a stare in disparte, perché le priorità dei mariti sono altre e pure perché qualsiasi paragone risulterebbe impietoso. Il vero volto di Corinna, però, è diventato noto alle cronache dopo quel maledetto 29 dicembre 2013, quando un dosso nascosto tra le nevi di Meribel, nell’Alta Savoia, trasformò una tranquilla giornata di sci in famiglia in un’ombra di dolore e sofferenza che avvolge Michael Schumacher da quasi cinque anni. Da allora, Corinna è diventata un guardiano, un fiero guardiano del riserbo di Schumi. In tempi moderni il concetto di privacy è diventato così fluido da risultare quasi comico. Eppure, Corinna è riuscita a innalzare intorno alla tenuta svizzera di Gland delle mura inaccessibili. Ha messo in piedi una clinica privata milionaria per fornire assistenza medica a Schumi 24 ore al giorno, ha limitato a percentuali vicine allo zero le uscite pubbliche, ha costretto i vari Jean Todt, Ross Brawn, Luca Badoer a rispettare un estremo patto di riservatezza. Che poi è un patto d’onore: mai una parola su Schumi. Protegge, oltre al marito, anche i due figli, Gina Maria (21 anni) e Mick (19 anni), depositari del dna di una leggenda ma capaci di evitare voli pindarici. Sono due fenomeni, ma proprio come il padre non hanno mai dato da parlare di sé. Hanno costretto gli altri a farlo, prendendo atto del loro valore. Ma se Mick ha deciso di continuare la tradizione sportiva di famiglia (si è laureato campione europeo di Formula 3 e nel 2019 debutterà in Formula 2. Il suo posto, invece, sarà preso dal cugino David, il figlio dell’altro ex pilota Ralf Schumacher), la primogenita ha seguito il sentiero tracciato dalla mamma, da sempre appassionata di equitazione. Di recente è diventata campionessa del mondo di reining, disciplina americana in cui vengono emulate le manovre dei cowboy posti alla guida delle mandrie. È questa l’unica passione a cui Corinna ancora non è disposta a rinunciare. L’unico luccichìo che si concede nell’oscurità del tunnel di Michael. Le proprietà che i due aprirono insieme, due ranch (uno in Texas e uno in Svizzera), sono tra i beni di famiglia che Corinna gestisce personalmente. Nel corso della carriera Schumacher ha accumulato tra ingaggi e sponsor qualcosa come 750 milioni di euro. Alcuni contratti sono rimasti in essere anche dopo l’incidente, sebbene nel corso degli anni quasi tutti i brand abbiano voltato le spalle al Kaiser. L’unico a rimanere è quello storico: Deutsche Vermögensberatung, leader mondiale nel settore dei fondi di risparmio e pensionistici, con cui Schumi appena quattro mesi prima dell’incidente si era legato con un contratto da 3 milioni l’anno fino al 2020. Una fuga di risorse che ha alimentato voci su presunte sofferenze finanziarie della famiglia Schumacher, sulla scia della decisione di Corinna di vendere il jet privato (per 35 milioni) e la villa di Oslo (per 3 milioni). E anche la villetta di Meribel sarebbe tra gli asset sacrificabili. Ma per malinconia, non per necessità. Di recente, infatti, Corinna ha deciso di comprare una tenuta mozzafiato a Maiorca di proprietà del presidente del Real Madrid, Florentino Perez, per una cifra vicina ai 30 milioni. Gli stessi spesi in cinque anni di cure per Schumi, che ammontano a 130mila euro alla settimana.
IL MUSEO DEL MITO
I soldi, insomma, non sono un problema. E lucrare sulla carriera dell’ex pilota è l’ultima delle intenzioni del sergente Corinna. Basti pensare che lo scorso giugno è stato aperto al pubblico il museo dedicato a Schumacher nel Motorworld di Colonia. Un’esposizione da 1000 metri quadri, con buona parte della collezione privata del campione tedesco: trofei, caschi, divise e foto di famiglia. E ovviamente le monoposto. Sono ben dodici, comprese sette Ferrari. Il biglietto d’ingresso per la storia della F.1, però, è totalmente gratuito. Un modo per tenere in vita il mito di Schumi, per consegnare ai milioni di tifosi quel patrimonio di immagini, sorrisi ed emozioni che è giusto che gli appartengano. Il resto, invece, è un affare di famiglia. E dei pochi rimasti legati dal codice Schumi.