Corriere della Sera, 26 novembre 2018
Domande e risposte sulle trombe d’aria
1 Come si formano le trombe d’aria?
La condizione iniziale è che ci sia un temporale di forte intensità, caratterizzato da venti freddi e sostenuti con la caratteristica di soffiare in direzioni diverse. Ma al suolo la temperatura deve essere alta, magari portata in precedenza da altri venti tipo lo scirocco, come nel caso di ieri in Calabria dove verso mezzogiorno si sono registrate massime di 22°. La massa d’aria calda tende a salire, mentre quella fredda a scendere. Ma tutto questo avviene nel volteggiare dei venti – in pieno windshear, ovvero il cambio improvviso delle direzioni – che mette in rotazione la colonna d’aria, un vero e proprio «cilindro», formata tra la base delle nubi temporalesche e il suolo.
2 Le trombe d’aria stanno diventando più frequenti?
Sì. E la causa è il global warming, il surriscaldamento del globo terrestre. Ad esempio le temperature anomale di questo autunno, piuttosto elevate, hanno creato le condizioni per la formazione di diverse trombe d’aria che hanno flagellato tutta la Penisola a settembre, ottobre e novembre.
3 Perché in Italia questi vortici nascono in prossimità dei litorali?
Per un fattore geografico, perché abbiamo tante coste. E l’aumento della temperatura dei nostri mari registrato negli ultimi anni è uno degli elementi che favorisce l’innesco delle trombe marine che poi raggiungono la terraferma. Ma i tornado, sinonimo di trombe d’aria, possono prendere vita ovunque, tanto in pianura quanto in montagna.
4 Che velocità possono avere i venti che formano le trombe d’aria?
Possono arrivare anche a 500 chilometri all’ora, come succede negli Usa dove si assiste alle manifestazioni più violente di questo fenomeno. In Italia si sono raggiunte punte di 300 chilometri orari.
5 Quanto può durare una tromba d’aria?
La loro vita è breve, alcuni minuti, durante i quali percorrono una manciata di chilometri. E poi scompaiono dissipando la loro energia. Nell’emisfero boreale, per questioni legate alla rotazione terrestre, i tornado «girano» in senso antiorario mentre in quello australe accade il contrario. Ma non è una regola fissa.
6 Come si misura l’intensità di una tromba d’aria?
Dal 1971 esiste una scala, elaborata dallo scienziato americano Theodore Fujita, tra i maggiori conoscitori del fenomeno tanto da essere soprannominato «mister Tornado».
Divisa in cinque livelli partendo da zero, la classificazione misura la violenza delle trombe d’aria considerando soprattutto velocità del vento e danni provocati. Ai primi gradini si trovano i tornado meno violenti come quelli d ieri in Calabria, misurati dai meteorologi tra zero e uno. Quando si arriva al terzo livello le velocità sono intorno ai 250 chilometri orari, con risucchi capaci di sollevare automobili e carrozze ferroviarie. Al quinto livello siamo davanti a tornando con conseguenze catastrofiche con venti in grado di rovesciare anche grossi palazzi.
(hanno risposto Massimiliano Pasqui, Istituto di biometeorologia del Cnr; Paolo Corazzon, meteorologo di 3Bmeteo; Andrea Bergamasco, oceanografo dell’Istituto di Scienze marine di Venezia)