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 2018  novembre 26 Lunedì calendario

Sul duello televisivo tra Pier Carlo Padoan e Laura Castelli

Video virale del web, tragicamente strepitoso, imperdibile.
Pier Carlo Padoan e Laura Castelli sono nel salotto bianco di Porta a porta a parlare di spread.
Lui: 68 anni, romano, deputato del Partito democratico, economista di fama mondiale, docente in varie università del pianeta, ex direttore esecutivo per l’Italia del Fondo monetario internazionale, capo economista dell’OCSE, due volte ministro dell’Economia (con i governi Renzi e Gentiloni).
Lei: 32 anni, torinese, deputata del Movimento 5 Stelle, sottosegretaria del ministero dell’Economia, diploma di ragioneria, laurea triennale in Economia aziendale, titolare di un Caf, ex addetta alla sicurezza dello stadio di Torino (una volta, in genere, si arrivava in Parlamento dalle sezioni dei partiti: adesso, spesso, anche dagli stadi; poi, certo, ognuno fa la carriera che può: Luigi Di Maio, per dire, ex steward dello stadio San Paolo di Napoli, è diventato vicepremier e ministro del Lavoro).
Bruno Vespa conduce e, alle sue spalle, sullo schermo gigante, c’è la scritta: «Spread a 311».
Discussione subito accesa.
La sottosegretaria grillina aggressiva.
Padoan ascolta con un’aria tra il mortificato e il rassegnato. Poi, con pazienza, prova a spiegare.
«A marzo, prima delle elezioni, lo spread era a 120 punti base, adesso è sopra i 300 punti, il che provoca conseguenze sui finanziamenti a famiglie e imprese».
La Castelli lo interrompe alzando la voce e il dito indice, un filo minacciosa: «Guardi, se lei, in televisione, racconta che il tasso dei mutui dei cittadini dipende dallo spread, racconta il falso. Lo sa anche lei che è falso!».
Padoan realizza che la Castelli gli sta dando del bugiardo. È costretto a cambiare tono pure lui: «Ora le spiego una cosa, che forse non le è chiara. Se aumenta lo spread, diminuisce il valore capitale degli attivi delle banche e, quindi, le banche si devono rifare alzando il costo del finanziamento».
Una nozione elementare.
Te la spiega qualsiasi impiegato il giorno che entri in banca per chiedere un mutuo.
Se lo spread si alza, il costo del mutuo si alza.
Può piacere o no, può essere giusto o ingiusto, però è così che funziona. Punto.
Solo che la Castelli replica urlando: «Questo lo dice lei!».
Padoan (incredulo): «Come lo dico io?» e guarda Vespa cercando conforto, ma anche Vespa, anche lui, ha lo sguardo basito.
Fin qui, siamo a mercoledì notte.
Dal mattino seguente, la scena si trasforma in un video di puro culto.
Più o meno ovunque, il titolo è: «La lezione del professore alla grillina».
(Ecco, a ripensarci: è stata una lezione o cos’altro?
«No, non volevo essere accademico – dice adesso il professor Padoan – non era certo mia intenzione fare lezioncine. Però, questo sì, ero un cittadino indignato: trovavo inaccettabile che un membro del governo volesse negare l’evidenza di un fatto sicuro, certo».
Prosegua.
«Ho trascorso la mia esistenza a studiare, a cercare di apprendere, di sapere. E quindi non tollero discorsi da imbroglioni. Perché il loro è un imbroglio, un grande imbroglio. E perciò: prima negano l’evidenza di fatti incontrovertibili, perché tutti sanno che spread e tassi dei mutui sono strettamente legati. Poi, incalzati, e non sapendo cosa rispondere, come argomentare, cosa fanno?».
Cosa fanno?
«Invocano il mandato del popolo. Ci manda il popolo, ci ha eletto il popolo, siamo qui per conto del popolo. Ecco, sì: ma io non credo che il popolo gli abbia dato mandato di mandare gambe all’aria l’economia delle imprese e quella delle famiglie...»).
La sottosegretaria Castelli, in verità, ad un certo punto – nel video si vede al minuto 1,08 – tira fuori un grafico e lo mostra sprezzante, irridente, e sostiene si tratti di un grafico del Sole 24 Ore che spiega, con nettezza, come il costo di un mutuo «non dipenda dallo spread» (va bene che ha l’immunità parlamentare, ma è chiaro che quelli del Sole, se la prendessero sul serio, potrebbero procedere per diffamazione).
Il trucchetto dei grafici, comunque, in tivù a volte funziona. Altre volte, invece, la grillina sottosegretaria, nelle sue sortite dentro i talk-show, si affida a frasi che dicono tutto, e niente. Parla di «investimenti ad altissimo moltiplicatore», di «evoluzione del quadro macroeconomico», e talvolta chiosa, tutta seria: «Mi riservo un approfondimento», «Guardi, evito di commentare».
(Invece, coraggio, sottosegretaria Castelli, stavolta commentiamo: si è rivista nel video?
«Certo, perché?».
Beh.
«Senta: non è che perché uno ha studiato più di un’altra, quello che ha studiato ha per forza ragione».
Però sullo spread Padoan è nel giusto, adesso può ammetterlo.
«Ma scherziamo?».
Guardi, non c’è niente di male. Magari lei...
«Io cosa?».
Non so, magari a ragioneria e nella laurea triennale non l’ha studiato bene il funzionamento dello spread.
«E allora?».
Allora che?
«No, dico: io ho il grafico del Sole 24 Ore, ho il report della Banca d’Italia! Io mica parlo a vanvera! Comunque, non c’è problema. L’ho scritto persino su Facebook».
Cosa ha scritto?
«Che adoro la satira. Quindi non mi arrabbio. Anche se lei... io l’ho capita, sa? Lei è convinto che la mia formazione non sia adeguata al ruolo che ricopro: è così, vero?».
Ma no...
«Ma sì! Solo che io, per sua conoscenza, sono circondata dalle migliori menti di questo Paese. No, ecco, tanto per essere chiari: mica lavoro da sola, ho un fior fiore di staff, io»).
Ci sarebbero da raccontare un altro paio di uscite televisive memorabili della sottosegretaria Castelli. Una a Otto e mezzo da Lilli Gruber e una da Giovanni Floris a Dimartedì (che poi quella volta a Floris scappò pure da ridere).
Ma per raccontarle servirebbe un’altra pagina.