Corriere della Sera, 26 novembre 2018
E se la Brexit fosse un bene per l’Europa?
Quando la Gran Bretagna divenne membro della Comunità economica europea, nel 1973, molti salutarono l’avvenimento come una conversione. Il Regno Unito sembrava avere compreso che il Commonwealth non sarebbe stato la versione moderna del suo vecchio Impero e che l’antica familiarità con gli Stati Uniti non avrebbe trasformato l’Alleanza Atlantica in un condominio anglo-americano. Chi nutriva queste speranze commetteva un errore. La Gran Bretagna aderiva alla Comunità perché il tentativo di creare un’altra unione economica (la European Free Trade Association) era fallito e perché il mercato unico presentava vantaggi a cui era ormai difficile rinunciare. Ma non aveva cambiato la sua filosofia politica. Si considerava diversa dai suoi vicini d’oltre Manica e non intendeva rinunciare a quello che Winston Churchill aveva definito il «Gran Largo» delle sue ambizioni mondiali. Ma credeva che dall’interno della Ue avrebbe ottenuto trattamenti speciali per se stessa e rallentato il processo d’integrazione per gli altri. È quello che è accaduto. Le è stato permesso di rifiutare ciò che non le piaceva. Ha chiesto e ottenuto un allargamento dell’Unione, dopo la fine del blocco sovietico, che ha annacquato il buon vino dell’Europa federale. Ha usato il referendum del 23 giugno 2016 per strappare alla Commissione nuove concessioni e, se i suoi cittadini avessero detto sì, sarebbe rimasta nell’Unione con un numero crescente di privilegi. Dovremmo piangere la sua dipartita? Qualcuno teme che l’uscita dall’Unione di un Paese così storicamente importante possa favorire altri divorzi. Io spero piuttosto che l’uscita della Gran Bretagna, nelle confuse condizioni in cui sta avvenendo, elimini un ostacolo alla unificazione. Le trattative degli ultimi mesi hanno avuto il merito di indurre i negoziatori di Bruxelles a meglio precisare quali siano le regole irrinunciabili dell’Unione. Se qualche altro Paese, fra quelli ammessi nel 2004, desidera imitare il suo esempio, tanto meglio. E se vi sarà in Gran Bretagna un nuovo referendum, sarà opportuno precisare prima del voto a quali condizioni la Gran Bretagna può rientrare nell’Unione Europea.