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 2018  novembre 24 Sabato calendario

Troppi obesi tra i militari, il ministero li mette a dieta

La dieta, come sempre, è rinviata. Ma sarà obbligatoria, anche se la solita prova costume questa volta non c’entra proprio nulla. Per i militari italiani è davvero arrivata l’ora di rimettersi in forma. E chi sta stretto dentro la divisa dovrà iniziare a fare i conti con la bilancia. 
Perché l’ordine è in arrivo: lo Stato maggiore della Difesa sta preparando un regolamento che gli uomini (e ovviamente le donne) delle quattro forze armate dovranno rispettare alla lettera e al grammo. Con il rischio, per chi non rientra nei parametri di peso stabiliti dal Ministero, di essere “riformato”, tanto per usare il gergo dei generali. 
Per i militari dell’Esercito le nuove regole sulla forma fisica sarebbero dovute entrare in vigore subito: questione di giorni, se ieri non fosse intervenuta la ministra Elisabetta Trenta, che ha bloccato il provvedimento e chiesto di predisporre una direttiva che riguardi anche Aeronautica, Marina e Arma dei carabinieri. «Vogliamo intervenire ma non con provvedimenti scomposti - fanno sapere dal Ministero - Se è vero che l’obesità è un problema, i militari sovrappeso devono essere seguiti. Abbiamo visto casi di soldati abbandonati o spinti persino a operarsi per riduzioni dello stomaco. Non è così che si affronta un problema, ma seguendo i militari e aiutandoli e la circolare andrò proprio nella direzione di un supporto al personale che soffre di obesità. La soluzione non è metterli alla porta ma aiutarli».
Quella che è già stata ribattezzata come “circolare anti-obesità” dovrà trovare una soluzione a un problema molto diffuso e che i vertici della Difesa definiscono “eccesso ponderale”. 
Le nuove disposizioni, anticipano al ministero, dovranno stabilire una serie di criteri (cioè soglie di peso da rispettare) sulla base di differenze anagrafiche e operative e che si potranno raggiungere anche seguendo degli step. Insomma, la dieta non sarà drastica, e in questa operazione saranno coinvolte anche le strutture sanitarie militari. Ma una cosa è certa: la “remise en forme” adesso è un ordine.