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 2018  novembre 24 Sabato calendario

L’Italia che maltratta e ammazza i bambini

Nissen Empereur, 7 anni. Vivien Empereur, 9 anni. Marco Zani, 11 anni. Sono i nomi dei bambini uccisi dalla follia dei genitori nelle ultime due settimane, protagonisti della cronaca nazionale. Nissen e Vivien, addormentati dalla madre infermiera con un’iniezione di potassio nella loro casa nel centro di Aymavilles, paese a pochi chilometri da Aosta; e Marco, soffocato dal fumo e bruciato vivo dal papà, Gianfranco Zani, che ha dato fuoco alla casa di famiglia, a Sabbioneta, Mantova. Ieri, infine, nel siracusano, è stata arrestata una mamma di tre figli: li faceva prostituire per denaro. Le violenze sarebbero avvenute tra il 2014 e il 2016 quando i bambini avevano 3, 4 e 7 anni. Il fenomeno della violenza sui minori, però, finché non sfocia in episodi tanto evidenti da conquistare le prime pagine, rimane sommerso, un po’ perché non è adeguatamente monitorato un po’ per un problema congenito al fenomeno stesso: difficile che i bambini parlino e denuncino, difficile quindi avere dei dati cui fare riferimento. Secondo un rapporto presentato dalla Onlus Cesvi (Cooperazione e Sviluppo) lo scorso giugno, per esempio, sono quasi 6 milioni, tra bambini e adulti, i soggetti maltrattati in Italia.

I DATI DELLE REGIONI
E, a leggere l’Indice regionale sul maltrattamento all’infanzia, per i minori ci sarebbe una preoccupante differenza tra il Nord e il Sud del Paese: la regione che ?offre? le condizioni più difficili alla vita dei bambini sono Campania, Calabria, Sicilia, Puglia, Basilicata e Molise. Male anche l’Abruzzo e il Lazio. Tra le regioni dove si registra, invece, il miglior livello di benessere dei bambini, il primato lo detiene l’Emilia Romagna seguita da Veneto e Friuli Venezia Giulia (la Lombardia è ultima delle regioni settentrionali). La Toscana, per esempio, che ha pubblicato due giorni fa il Rapporto sulla violenza di genere regionale, ha raccolto che, nel 2017, 2.770 bambini e ragazzi sono stati vittime di maltrattamenti in famiglia (erano 1.478 nel 2015 e 1.921 nel 2016) e sono stati 1.487 i bambini e i ragazzi interessati da situazioni di violenza assistita (forma di maltrattamento psicologico subito in casi di violenza domestica), in netta crescita rispetto agli anni precedenti. Infine, dal primo gennaio 2012 al 30 giugno 2018, sono stati 18.699 gli accessi per Codice Rosa (un percorso di accoglienza all’ospedale dedicato a chi subisce violenza, una task force che si occupa di offrire le prime cure mediche e sostegno psicologico) nei pronto soccorso della Toscana. Di questi, quasi 3mila erano minori. Solo a La Spezia, quest’anno, sono stati 82 i bambi arrivati all’ospedale perchè vittime di abusi o maltrattamenti.

LE DENUNCE
Per i minori sporgere denuncia non solo è difficile per la dipendenza dalla famiglia e per l’inesperienza data dalla giovane età: i bambini sono maltrattati soprattutto nell’ambiente domestico. Tra il 60% e il 70% dei bambini di età compresa fra i 2 e i 14 anni ha vissuto episodi di violenza dentro le mura di casa. «La violenza familiare è il dramma più diffuso e più sommerso», aveva detto alla presentazione del rapporto Cesvi la senatrice Vanna Iori, «I bambini spesso tacciono per vergogna e per paura.Tra le problematiche più allarmanti c’è l’abuso sessuale che nel 90% dei casi avviene in famiglia e le vittime sono prevalentemente bambine (78-85%)». E fuori casa per i bambini non va meglio: dalla pedopornografia online (si stima che esistano almeno 25mila siti dedicati), alla prostituzione minorile (legata a filo doppio con il turismo sessuale, di cui l’Italia detiene il primato con 80mila viaggi l’anno). Oltre ai maltrattamenti ?diretti?, esistono le situazioni di violenza assistita, una violenza, per così dire, di riflesso: secondo l’Istat i minori che assistono alle violenze domestiche sono almeno quattro casi su cento. «In Italia», spiega Gloria Soavi, presidente del Cismai (Coordinamento italiano dei servizi contro il maltrattamento), «la violenza assistita non è riconosciuta come forma di violenza specifica, ma è un sopruso che può determinare effetti dannosi, influenzando lo sviluppo psicologico ed emotivo. La questione del trauma viene sottovalutata».