Il Messaggero, 24 novembre 2018
Bitcoin a picco, ora arrivano le stable coin
La valuta digitale del futuro si chiama Stable e il nome di per sé già la dice lunga: in inglese significa stabile. Al contrario del Bitcoin, di nuovo in caduta libera, le stable coin sono valute virtuali il cui valore nella maggior parte dei casi è ancorato ad asset fisici, come il dollaro o l’oro. Agli occhi degli investitori affamati di rendimenti, sono meno attraenti del Bitcoin. In compenso, chi scommette su di loro va incontro a una minore volatilità, mettendosi al riparo dai forti sbalzi di valore che da sempre contraddistinguono i gettoni digitali di Satoshi Nakamoto: la criptomoneta più famosa del mondo ha rimesso piede sulle montagne russe e ieri è addirittura precipitata sotto la soglia dei 4 mila euro (4.200 dollari). Rispetto a gennaio, quando un Bitcoin valeva 15 mila dollari, hanno perso oltre il 70% del valore. Complice la Sec, la Consob Usa, che nel portare avanti la sua battaglia contro le criptovalute ha sanzionato la scorsa settimana due società ritenute colpevoli di aver violato la legge sulle Ico, le Initial coin offering tramite cui si lanciano sul mercato le nuove monete elettroniche.
COMPLEANNO AMARO
Sono trascorsi dieci anni dall’esordio del Bitcoin e non è certo la prima volta che la divisa subisce forti scossoni. Negli ultimi sei mesi però la criptomoneta, che lo scorso anno aveva visto schizzare alle stelle il proprio valore sull’onda di una speculazione sfrenata (arrivando a sfiorare i 20 mila dollari), era rimasta stabile attorno ai 6.400 dollari. Tuttavia, questa volta il crollo preoccupa maggiormente: i grandi player della finanza che avevano visto nel Bitcoin un potenziale asset d’investimento e un bene rifugio alternativo all’oro stanno cambiando idea in proposito. La sfiducia degli investitori, per giunta, non ha risparmiato nemmeno le sorelle del Bitcoin. Segno rosso per Ethereum, Litecoin e Ripple, la valuta virtuale utilizzata per le operazioni interbancarie da diversi istituti di credito internazionali. Ma è ancora presto per dare per spacciate le valute virtuali. Le quotazioni delle principali stable coin, che a differenza del Bitcoin sono in grado di sfuggire alle criptocorrenti, da Tether (il cui valore è ancorato al dollaro) a Digix (agganciata all’oro), non hanno subìto particolari contraccolpi. Intanto, la capitalizzazione delle cosiddette monete stabili si accinge a raggiungere i 3 miliardi di dollari. C’è chi è pronto a scommettere che per gli anti-Bitcoin questo sia solo l’inizio.